Colpo MORTALE alle crypto: SEC attacca BINANCE e COINBASE
I due principali exchange su scala mondiale rischiano tutto in un attacco legale senza precedenti. Negli USA sarà la battaglia finale. Ma c'è qualche possibilità di vincere
Nel giro di 24 ore SEC ha inferto due colpi potenzialmente mortali ai principali scambi di criptovalute su scala mondiale.
Prima è stato il turno di Binance, poi il turno di Coinbase. I due casi sono molto diversi tra loro ma hanno lo stesso obiettivo: mettere al tappeto l’intero settore crypto.
Gary Gensler, direttore di SEC, afferma di aver agito a tutela degli investitori, ma si lascia scappare in diretta televisiva un’altra parte del programma: rigettare con forza l’esistenza di valute digitali che non siano il Dollaro USA, l’Euro, lo Yen Giapponese etc.
Sì, è il tentativo di colpire a morte le criptovalute, tramite i importanti hub di scambio che sono quintessenziali alla loro sopravvivenza. Una scelta dettata in parte dal crack di FTX, in parte da contingenze politiche negative almeno negli Stati Uniti.
Punti chiave
SEC vuole portare in tribunale sia Coinbase che Binance
La posizione di Coinbase è meno complessa
Per Binance probabile un intervento anche del Dipartimento di Giustizia
Entrambi gli exchange hanno deciso di difendersi in tribunale
Gary Gensler ha avuto contatti con Binance prima di arrivare da SEC
Tutto il settore è a rischio
C’è una via d’uscita per gli exchange, ma il settore ripartirà dall’anno zero
L’antefatto: SEC cita in giudizio Binance e Coinbase
Per quanto fosse già nell’aria, il 4 e il 5 giugno 2023 saranno due date che gli investitori nel mondo crypto ricorderanno per sempre.
In 24 ore SEC ha depositato prima una denuncia contro Binance, poi contro Coinbase.
L’ente regolatore è lo stesso, ma le accuse sono soltanto in parte coincidenti: a Coinbase viene contestato l’aver offerto criptovalute che sarebbero security, e che dunque avrebbero imposto la registrazione presso SEC dell’exchange.
A Binance vengono contestati anche l’offerta di servizi di risparmio (tramite Vault e Earn), la commistione di fondi tra diverse società tutte facenti capo a Changpeng Zhao, l’offerta di servizi a clienti americani in assenza di registrazione.
Capi d’accusa che probabilmente costringeranno anche il Dipartimento di Giustizia americano a intervenire, con la cosa che diventerà anche penale per Changpeng Zhao aka CZ, l’uomo che sia SEC sia CFTC descrivono come solo al comando di un impero miliardario.
CZ, al contrario dei dirigenti di Coinbase, è esplicitamente citato dalla denuncia di SEC.
E come nella denuncia di CFTC (l’authority che invece si occupa del mercato dei derivati negli USA), per lui è stata richiesta l’interdizione perpetua da posizioni dirigenziali di società che offrono servizi finanziari negli USA.
La denuncia di SEC a Binance e CZ ricalca in larga parte quanto era stato già inserito nella denuncia dell’altro ente regolatore.
E nonostante i giornali vogliano a tutti costi dipingeer la cosa come una novità, non vi è sotto il profilo penale alcun tipo di novità per il leader di Binance.
Security, non security: cosa comporta la denuncia di SEC?
Il sistema statunitense di enti regolatori è diverso da quello italiano. Esistono due agenzie che si occupano di segmenti diversi di mercato. CFTC si occupa di commodity (le materie prime) e di contratti derivati, mentre SEC si occupa di security, ovvero i contratti di investimento (come le azioni, i bond, etc).
Affinché SEC possa accusare gli exchange crypto, deve dimostrare che almeno certe cripto siano security
Il primo punto da tenere a mente è che SEC ha bisogno di dichiarare almeno alcune delle crypto presenti sugli exchange come contratti di investimento. In assenza di tale categorizzazione, SEC non avrebbe giurisdizione sugli exchange di criptovalute.
SEC ritiene che diverse cripto siano security
La decisione su cosa sia o cosa non sia una security per la legge USA è affidata a leggi degli anni ‘30, integrate poi da diverse pronunce delle massime corti statunitensi.
A integrare tali leggi c’è una sentenza dalla quale si è ricavato il cosiddetto Howey Test.
Un qualunque titolo o asset è da considerarsi security in presenza di diversi fattori: deve essere un investimento in denaro, in un’impresa comune, con l’aspettativa di profitto che derivi dallo sforzo di altri.
La definizione è cervellotica ed è stata oggetto di diverse interpretazioni da parte delle stesse corti di giustizia statunitensi.
Sec ha spiegato come e perché ritiene certe crypto delle security
Uno dei pochi lati positivi di questa vicenda è la chiarezza che SEC ha fatto in merito al suo pensiero.
Ha accusato diverse crypto di alto profilo, a partire da Matic, Caradano e Solana, di essere security basandosi su diversi criteri.
VENDITE INIZIALI DI TOKEN PER VIA PRIVATA: tutti o quasi i progetti che sono stati citati nelle denunce contro Coinbase e Binance sono partiti finanziandosi con vendite private di token.
In altre parole i token venivano pre-creati e poi venduti a investitori della prima ora. Con quel denaro poi i diversi progetti si sono sviluppati.
Tuttavia questo, quando non fatto negli USA - o quando soltanto a favore di investitori strutturati come fondi e VC - non è illegale. Tali vendite non sono sottoposte a registrazione anche per le restrittive leggi USA.
PRESENZA DI UN MANAGEMENT RICONOSCIBILE: per tutte è presente un management che decide gli ulteriori sviluppi del protocollo, che si impegna in senso imprenditoriale per lo sviluppo anche commerciale, che è rimasto fino ad oggi al centro delle decisioni. Proprio come per le aziende.
INVITI AD INVESTIRE: in diverse delle accuse di SEC - come in quella verso Polygon Matic - viene sottolineato l’invito reiterato dei leader dei progetti ad investire - o comunque a rappresentare il token sotto il loro controllo come un buon investimento, parlando anche di prezzi.
Lo strano caso di BUSD, che è uno stablecoin
La più particolare delle accuse di SEC è verso BUSD, uno stablecoin ancorato al dollaro tramite riserve di dollari USA depositati presso banche statunitensi. il ragionamento di SEC a riguardo è il seguente: dato che diversi programmi di guadagno e di risparmio di Binance erano legati al possesso di BUSD da parte dei clienti, allora BUSD stesso sarebbe una security, in quanto controllato dallo stesso ente.
La questione potrebbe - in futuro - espandersi anche a USDC - un altro stablecoin al quale Coinbase partecipa in maniera attiva tanto per la gestione quanto per l’emissione. E sul quale in passato ha offerto dei programmi. Per ora però questo non sembrerebbe essere il caso.
Cosa rischiano gli exchange citati
Le due situazioni, di Coinbase e di Binance, sono molto diverse tra loro e andranno esaminate separatamente.
Il caso di Coinbase
A Coinbase vengono contestate due irregolarità: la prima è quella di aver offerto trading, clearance e altri tipi di servizi su crypto che erano security pur non avendone licenza. Il secondo è di aver offerto ai propri clienti servizi di staking, anch’essi con lo status di security.
Quanto chiede SEC - ma che difficilmente verrà accordato dai giudici - è l’interruzione immediata di tutte le operazioni contestate, il rimborso dei guadagni così ottenuti, il pagamento di danni aggiuntivi.
Immaginiamo che il giudice, dopo una causa legale che comunque durerebbe anni, accordi a SEC il 100% delle sue richieste. Cosa rischia davvero Coinbase? Dovrebbe - secondo i criteri fissati da SEC nelle accuse - interrompere tutte le attività sui token citati e su altri. Per stare al sicuro, dovrebbe trafficare soltanto in Bitcoin.
Cosa vorrebbe dire per le casse di Coinbase
Guardando alle ultime trimestrali di Coinbase possiamo ricostruire in modo agile quanto fruttano le attività su altcoin dell’exchange.
Bitcoin vale il solo 36% delle attività di trading conteggiandole in termini di commissioni generate. Se dovessimo tenere conto anche di Ethereum, arriveremmo ad un 54% delle attività che potrebbero continuare, e un 46% che dovrebbe essere abbandonato.
Primo problema: le attività di trading non sono l’unica fonte di guadagno per Coinbase. Il gruppo guadagna anche da altre attività.
Nella tabella sono segnate come blockchain reward le attività di staking, non è chiaro a questo punto quanto legali secondo SEC in assenza di una licenza per le security. Come custodial fee revenue sono indicati i proventi dalle attività di custodia che Coinbase offre a clienti istituzionali.
Gli interessi derivano da attività di investimento del gruppo e in larga parte - 199 milioni di 240 - dagli interessi maturati su USDC, il cui status a questo punto dovrebbe essere considerato quantomeno come dubbio.
I servizi a sottoscrizione riguardano anche gli altcoin e dunque saranno altrettanto dimezzati.
In altre parole il problema di carattere contabile sarebbe importante per Coinbase se dovessero essere accettate tutte le richieste di SEC.
Il caso di Binance
Il caso di Binance è estremamente più complesso. Binance era già stata citata in giudizio a febbraio da CFTC, cosa di cui ci siamo occupati in uno speciale che puoi consultare qui.
Le violazioni individuate da SEC sarebbero 13. Oltre alla vendita a clienti americani di security senza autorizzazione all’exchange guidato da CZ vengono contestati anche:
Trasferimenti di fondi dei clienti ad altre società controllate da Changpeng Zhao
In particolare si tratta di flussi di denaro da Binance US verso Sigma Chain, Merit Peak e altre società minori. Binance aveva già dato una spiegazione riguardo tali spostamenti, che riguardano gli acquisti di BUSD e quindi non costituirebbero distrazione dei fondi dei clienti per scopi non chiari.
Tuttavia le leggi attuali sulle security impedirebbero tali spostamenti, e prevederebbero ulteriori controlli.
Nelle accuse c’è anche CZ
Le accuse di SEC non sono soltanto verso Binance, ma anche verso il CEO Changpeng Zhao, per il quale è stata richiesta anche l’interdizione perpetua da qualunque tipo di attività finanziaria negli Stati Uniti d’America.
CZ dovrà inoltre comparire, per quanto da remoto, per rispondere di certe accuse e per offrire testimonianza alle corti che si occuperanno del caso.
Nel caso in cui venissero accolte le richieste di SEC, per CZ le porte degli Stati Uniti sarebbero chiuse definitivamente.
SEC punta anche all’exchange internazionale
Per quanto si abbia difficoltà a ricostruire l’esatto stato finanziario di Binance, che è una società non quotata al contrario di Binance, sappiamo che la divisione statunitense non è prevalente su quella internazionale.
Tuttavia le accuse di SEC puntano ad entrambe le entità e chiedono ristoro partendo dagli introiti di entrambe. Sarà difficile per SEC ottenere un risultato del genere.
Wash Trading e falsa rappresentazione dei volumi
Binance viene anche accusato di aver fatto trading sulle sue piattaforme tramite società controllate, al fine di offrire una falsa rappresentazione dei volumi. Non è chiaro quale sarebbe stato il vantaggio di Binance nel rappresentare tali volumi.
Con ogni probabilità Binance indicherà come attività di market making gli eventuali scambi “interni” che dovessero venire fuori.
Cosa c’è di certamente vero nelle accuse a Binance
È certamente vero quanto afferma SEC - e che ha affermato CFTC - sulla mancanza di rispetto di certe regole in modo assolutamente volontario. Per quanto dovrà eventualmente stabilirlo un tribunale, gli estratti delle chat che vengono riportati da SEC sono chiari.
Binance, tramite diversi dei suoi dirigenti, ha nel tempo confermato l’assenza di compliance per le sue attività del passato.
E allo scopo di mettersi alle spalle errori riconosciuti stava lavorando con CFTC (e probabilmente con SEC), aspettandosi una multa o poco più.
La situazione sembrerebbe essere precipitata dopo il crollo di FTX. La precipitazione può avere due diverse motivazioni, una più lineare, l’altra che invece sta trovando una certa popolarità tra i più appassionati di complotti:
SEC deve dimostrare di essere attiva dopo aver mancato FTX
FTX è fallita lasciandosi dietro miliardi di euro di debiti - il grosso dei clienti - senza che nessuno a Washington avesse avuto nulla da ridire prima del crack. I contatti di FTX con SEC sono stati frequenti e a livello politico la cosa ha portato a diverse contestazioni.
In una situazione del genere Gary Gensler deve cercare di riguadagnare credibilità nello spazio crypto. Per farlo avrebbe portato Kraken prima, Coinbase e Binance poi sul banco degli imputati.
La spiegazione più obliqua
Che chi vi scrive non condivide. CZ viene ritenuto almeno in parte responsabile del crack di FTX - e per questo Washington vorrebbe fargliela pagare. FTX godeva infatti di accertati appoggi politici, in virtù anche di corpose donazioni.
Fosse vera questa narrativa, avremmo però difficoltà a includere l’attacco a Coinbase, che è una società americana, che con il caso FTX non ha nulla a che fare.
Un colpo mortale al mondo crypto?
Spesso il diavolo si nasconde nei dettagli. E spesso si tende a dare troppa importanza agli eventi più visibili. Tuttavia la stretta di SEC, insieme a CFTC e alle autorità nazionali degli USA, è partita da ben prima dell’attacco frontale a Coinbase e Binance. Ci sono diversi indicatori di quanto affermiamo, sia di carattere tecnico, sia di carattere politico.
Signature Bank e Silvergate
Signature Bank e Silvergate erano due banche che offrivano servizi agli operatori cripto. Non solo conti in banca, ma anche sistemi proprietari affinché fosse trasferita rapidamente la liquidità tra i diversi operatori.
Servizi necessari, fondamentali per il funzionamento di questi mercati ai loro massimi livelli.
Entrambe le chiusure sono state contestate dai rispettivi management - dato che sono arrivate mentre in realtà le due banche sembravano essere ancora in grado di far fronte ai loro obblighi nei confronti di creditori e di clienti.
Le operazioni condotte dal governo federale per la riapertura di tali banche - ovvero per la ricerca di compratori - sembrano abbiano escluso dagli affari i servizi che queste due banche offrivano agli operatori cripto.
Rappresentanti delle autorità statali e federali hanno negato questi ostacoli. Tuttavia parlano i fatti: le due banche hanno riavviato le attività sotto nuove proprietà, ma i servizi di scambio liquidità che offrivano agli exchange oggi non sono più operativi.
Un destro ben assestato dalle autorità finanziarie USA al mondo cripto.
Jane Street e Jump
Entrambe le società sono trading desk che fanno anche da market maker sui principali exchange. Entrambe le società hanno dichiarato poco meno di 2 mesi fa di aver deciso di non offrire più tali servizi, almeno negli Stati Uniti.
Sebbene manchino conferme da parte degli exchange, tali ritirate sono state responsabili di un calo enorme dei volumi sui mercati cripto e di una riduzione importante della liquidità.
Gli exchange vivono di transazioni, perché è su quelle che applicano commissioni che poi si trasformano in profitti.
Il sinistro dell’uno-due assestato dalle autorità USA al mondo crypto.
L’intervento di SEC
L’intervento di SEC arriva in un contesto dove gli exchange stanno già affrontando una situazione complessa per i motivi di cui sopra, aggravata da un lungo bear market che ha fatto calare l’interesse anche tra i piccoli investitori, che sono quelli che pagano più commissioni agli exchange stessi.
Il tempismo di SEC appare sospetto - e appare ai più coordinato con gli altri attacchi frontali al settore, che hanno puntato prima a privarlo della liquidità, poi della capacità di operare senza beghe legali.
Se sarà o meno il colpo del KO lo scopriremo nel giro di qualche mese. Data la solidità finanziaria dei due exchange, crediamo che forse più che di un tentativo di SEC di assestare il colpo del KO, si sia trattato di un colpo della disperazione.
Quello che si tira quando ormai non c’è più nulla da fare.
Gensler vuole rivedere l’intera struttura del mercato
Un’altra delle accuse di Gensler che sono passate inosservate riguarda la struttura del mercato crypto. Presso gli stessi soggetti, contesta Gensler, si concentrano scambi, clearance e anche custodia.
Una situazione, ricorda il capo di SEC, molto diversa da quella dei mercati delle security. Una situazione che aumenterebbe i rischi anche per i clienti.
Ad una prima analisi tale contestazione potrebbe apparire anche come valida e come concreta, se non fosse - come ricorda il Chief Legal Officer di Coinbase - che anche per altri mercati e per altre tipologie di broker SEC si è dimostrata più che disponibile a tollerare, se non a favorire, strutture di mercato diverse.
Per Paul Grewal di Coinbase questo sarebbe uno specchietto per le allodole, con l’apparenza di ragionevolezza necessaria per spingere altre accuse completamente, a sua detta, infondate. Come quella centrale a tutto il caso: la vendita di security da parte di soggetti non registrati.
Anche gli exchange hanno carte ancora da scoprire
Siamo nella fase della pre-tattica processuale, dove entrambe le parti cercheranno di incutere timore alle relative controparti.
SEC ha iniziato con un tentativo di congelamento degli asset di Binance negli USA, cercando al tempo stesso di innescare una bank run dei clienti USA dall’exchange. Il tentativo, a guardare i bilanci in Bitcoin dei clienti di Binance, non sembrerebbe essere andato a buon fine.
Binance ha invece prontamente risposto riportando a galla una vecchia storia. O meglio, delle vecchie conoscenze. Quelle conoscenze rispondono al nome di Gary Gensler, che è direttore dell’agenzia che sta facendo la guerra a SEC.
Secondo gli avvocati di Binance, Gensler avrebbe provato ad entrare… nel giro
Sapevamo dei contatti tra Binance e Gary Gensler, in quanto furono riportati da The Wall Street Journal già lo scorso marzo. In quel contesto però si parlò di contatti di Gensler con diversi exchange - dato che l’attuale direttore di SEC era stato anche a capo di CFTC.
Personaggi che ricoprono cariche pubbliche così importanti spesso entrano poi a far parte dei consigli di grandi società finanziarie private, profumatamente pagati per il network di conoscenze che hanno sviluppato durante il loro incarico pubblico. Non ci sarebbe stato, almeno fermandoci al racconto di WSJ, nulla di strano.
Gli avvocati di Binance però sembrerebbero ricordare la storia dei contatti tra Binance e Gary Gensler in modo diverso.
Gary Gensler e CZ avrebbero pranzato insieme in Giappone
La storia risale al marzo 2019, quando Gary Gensler non era ancora in SEC. Durante l’incontro i due avrebbero discusso non solo delle questioni regolamentari, ma nello specifico anche di BNB, il token emesso da Binance e che è uno di quelli considerati security da SEC oggi.
Gary Gensler avrebbe lasciato intendere una certa disponibilità
Disponibilità a operare come consigliere esterno alla società, almeno secondo gli intendimenti di CZ e degli altri dirigenti di CZ. Non è chiaro per il momento come si sia sviluppata la discussione e che tipo di garanzie abbia offerto Gensler.
Nulla di illecito. O forse sì: perché se fosse questo il caso, Gensler non dovrebbe partecipare ad alcun tipo di indagine, discussione interna o processo che riguardi Binance o BNB, dato il fatto che potrebbe essere testimone materiale di quanto avvenuto nelle prime fasi di vita del token.
Qualcuno parla addirittura di tentativo di vendetta da parte di Gary Gensler per non essere poi entrato nel giro. L’ipotesi, per quanto divertente, è per il momento da scartare.
Gli altri exchange: Crypto.com, Kraken, Gemini
Ci sono altri exchange che operano negli Stati Uniti e che offrono le medesime criptovalute che SEC considera come security nelle denunce a Coinbase e Kraken.
Da Crypto.com a Kraken, passando per Gemini e per tanti altri exchange minori. Come si comporteranno? Le toglieranno dai propri listini? Verranno citati anche questi in giudizio?
Crypto.com
Ha listini estremamente ridotti negli USA e non offre molti dei servizi ai quali hanno accesso gli europei. Per il momento non sembrerebbe essere nelle mire di SEC, dati anche volumi molto ridotti negli Stati Uniti.
Kraken
Almeno per quanto riguarda la sezione staking, Kraken ha deciso di sospendere il servizio negli USA poche settimane fa. Ha pagato come parte dell’accordo 30 milioni di dollari di multa. Non è chiaro se sia esposto per la parte di trading.
Gemini
È già sotto inchiesta SEC per una storia ai limiti dell’incredibile. I clienti di Gemini avevano accesso ad un programma Earn di deposito di crypto in cambio di un certo tasso di interesse. Tali clienti sono ora in attesa della restituzione dei loro fondi, che Gemini aveva conferito ad una società terza, Genesis, che è in fallimento.
SEC è intervenuta definendo Earn un servizio che costituisce titolo finanziario / security, complicando ulteriormente la questione per chi stava cercando di riottenere il proprio denaro.
Le ragioni per non disperarsi
Prima di salutarci e di rimandarti al nostro prossimo numero (se non ti sei ancora iscritto, fallo ora per non perderlo)
ci sono anche delle ottime ragioni per non disperarsi.
Il mercato crypto e Bitcoin è ancora giovane
Erano più che aspettati interventi a gamba tesa da parte dei regolatori. In ballo c’è il controllo del mercato degli investimenti, aspettarsi che la vecchi guardia avrebbe aspettato seduta che qualcuno scippasse il controllo del più ghiotto dei mercati era quantomeno ingenuo.
Gary Gensler e questa amministrazione a Washington non sono eterni
Non crediamo che siano fantasiose le ricostruzioni che vedono la longa manu di Washington dietro questi attacchi reiterati al mondo crypto e Bitcoin, in particolare verso i suoi intermediari più importanti.
Presto si voterà negli USA - le chance che Gensler vada via e con lui anche l’amministrazione che ne ha protetto l’operato sono altissime, quasi certe.
È guerra al Congresso
Sarà normale dialettica politica, per carità. Rimane il fatto che durante la prossima settimana ci sarà un’altra audizione al Congresso per capire - e contestare - quanto sta succedendo. La situazione non si risolverà con una semplice audizione - ma è comunque un ulteriore passo verso la contestazione dello stradominio di SEC.
Coinbase e Binance hanno denaro e risorse per difendersi
SEC può contare sul formidabile apparato federale. Coinbase su 5 miliardi di liquidità per assumere i migliori avvocati (e lo sta già facendo). Binance sta già mettendo in piedi un team legale da telefilm criminale.
Non è detto che finisca come vuole SEC. Anzi, c’è probabilmente interesse per entrambe le parti nell’accordarsi. Difficile pensare che sia un colpo mortale a questi due exchange. Tantomeno al mondo crypto.
Coinbase contesta lo status di security per le cripto elencate
Coinbase ha più volte ricordato che sottopone qualunque crypto inserita a listino a rigorosi processi di analisi - proprio al fine di evitare i problemi che hanno comunque finito per travolgerla.
Se questo dovesse essere dimostrato in tribunale, l’intero impianto di accuse di SEC cadrebbe. Perché se tali intermediari hanno trattato asset che non sono security, SEC non potrebbe esercitare su di loro la propria giurisdizione. E non potrebbe neanche accusarli di violare leggi che non li riguardano.