Perché Bitcoin dipende ancora dalle banche centrali
Se lo chiedono in molti: non doveva superarle e cambiare il mondo? Le cose sono più semplici di così. In questo numero del Magazine ti spieghiamo perché
Caro Investitore,
poche ore fa è andato in scena il FOMC: in dodici perosne hanno deciso sui tassi di interesse USA e hanno cambiato l’andamento di borse e mercati - anche quelli di Bitcoin e crypto.
La critica che più di frequente leggiamo sui nostri canali social (X qui, e ci trovi anche su Telegram qui) è questa:
Ma se Bitcoin è nato anche per battere le banche centrali, perché è influenzato dalle decisioni di Federal Reserve?
C’è una risposta semplice: se misuriamo Bitcoin in valuta fiat, che si tratti di euro o dollari, tutte le decisioni che impattano sul valore di queste unità di misura impatterà anche sull’asset misurato, e cioè Bitcoin.
Quindi sì, le decisioni di Federal Reserve, fino a quando il dollaro sarà rilevante, impatteranno anche su Bitcoin. Ed è per questo che ce ne occuperemo in questo numero del magazine.
Federal Reserve, i tassi, i dot plot, le aspettative
Mercoledì 1° Novembre, mentre tanti italiani facevano visita ai loro defunti, a Washington dodici membri di Fed hanno deciso sui tassi di interesse di riferimento negli Stati Uniti.
Nessun rialzo
Il FOMC, questo è il nome dello specifico consesso che prende queste decisioni, non ha indicato rialzi ai tassi. Rimarranno, almeno fino a dicembre, al 5,5%.
Nessuna indicazione sul futuro
Da Jerome Powell, capo di Fed che dopo queste decisioni tiene una seguitissima conferenza stampa, è stato come da copione moderato: ha indicato la possibilità che si sia sul percorso giusto (l’obiettivo è ridurre l’inflazione). Ha detto che si deciderà durante le prossime riunioni.
Niente di nuovo: Jerome Powell è uno degli uomini più potenti del mondo e ogni parola fuori posto può affondare i mercati o offrire irragionevoli motivi di entusiasmo.
La risposta dei mercati
Il prezzo lo abbiamo visto tutti. Bitcoin si è portato sopra i 35.000$. Il settore altcoin corre abbastanza, in parallelo con le borse.
Risposta diretta: gli asset che si chiamano risk on, ovvero gli asset di rischio che piacciono di più quando il sentiment è positivo, sono andati bene.
Risposta meno diretta: abbiamo qualche strumento per capire cosa pensano i mercati che accadrà da qui ai prossimi mesi, almeno in termini di tassi.
Benvenuto al Fed Watchtool del CME
Il CME, il più grande scambio di derivati del mondo a Chicago, offre un conteggio aggiornato in tempo reale, che si basa sull’andamento dei futures sui Fed Fund.
Non è una previsione: è una fotografia di quello che i mercati si aspettano che accada per la prossima decisione del FOMC sui tassi. Il primo dei grafici lo avrai visto ovunque ed è di facile lettura.
I tassi attuali sono su 525-550. A 550-575 abbiamo il tasso attuale, più un rialzo di 25 punti base. Per la prossima riunione del FOMC, che si terrà il 13 dicembre 2023, i mercati si aspettano per ora che non ci saranno rialzi.
Non è questo il dato interessante. Sono le previsioni per il 2024 che segnano un passaggio importante per il sentiment dei mercati.
Il dato proiettato dai mercati per il 1° maggio 2024 racconta un inizio di cambiamento: per il 45%, la maggioranza relativa, in realtà saremo sui tassi che sono già in vigore oggi. A poca distanza, però, c’è chi ritiene che ci sarà almeno un taglio dei tassi entro questa data.
Questo invece è giugno, ed è il vero caso di cui si parla tra gli analisti: per giugno 2024 la maggioranza relativa ritiene che ci sarà già almeno un taglio di 25 punti base.
Che tipo di notizia è per i mercati? Dipende dai punti di vista. La prima reazione è che tassi più bassi piacciono agli asset di rischio. La seconda reazione, quella più ragionata, è che in genere ai tagli dei tassi corrisponde un forte rallentamento dell’economia. E non una recessione necessariamente.
Cosa significa questo scenario per Bitcoin? Anche qui dipende dai punti di vista. Qualcuno, noi compresi, ritiene che non è detto che Bitcoin dovrà continuare a seguire gli andamenti dei mercati di rischio.
Tutta l’incertezza che gravita intorno a Bitcoin non dipende direttamente dalle future decisioni di Federal Reserve, che a loro volta rifletteranno l’andamento dell’economia, ma piuttosto dalla sua capacità di imporsi come safe haven, come porto sicuro in momenti di burrasca. Larry Fink, CEO di BlackRock, vorrebbe venderlo proprio per questa sua proprietà - e ha tendenzialmente capacità di convincere chi lo ascolta.
Le altre dai mercati
A tenere banco è chiaramente la non decisione di Fed, ma ci sono anche altri temi che si stanno sviluppando in Italia e nel mondo.
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In attesa dei dot plot
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