E se QUESTO fosse il miglior asset contro la recessione?
La voce non gira più soltanto tra i bitcoiner duri e puri. Bitcoin potrebbe essersi già trasformato nell'oro di domani
Caro Investitore,
I movimenti di breve di Bitcoin non devono diluire l'attenzione verso il grande quadro. Anche se ci sono stati movimenti intensi nel corso delle scorse ore - e probabilmente ce ne saranno ancora in seguito a notizie macro - tutti gli investitori più arguti si stanno preparando agli sviluppi futuri.
Sviluppi futuri che riguardano sia Bitcoin nello specifico, sia i mercati finanziari più in generale. Il quadro che abbiamo già analizzato sul sito - e che sarà oggetto di questo numero speciale del Magazine, riguarda l'eventualità di una recessione - e di un netto peggioramento delle condizioni economiche su scala globale.
Sì, una crisi, come quella del 2008. Una crisi globale che sarebbe la prima per Bitcoin, che è nato nel 2009 ma che è diventato asset finanziario di una certa rilevanza diversi anni dopo.
Come si comporterà Bitcoin nel caso di una crisi importante? Abbiamo qualche dato storico con il quale confrontarci?
La cosa più vicina a una crisi: l'inizio della pandemia
La cosa con ogni probabilità più vicina a una crisi globale vissuta da Bitcoin è stata la pandemia. Precisamente l'inizio delle reazioni dei diversi stati alla diffusione del virus, evento che ha colpito i mercati azionari, delle materie prime e - non servirà ripeterlo a chi ha una buona memoria - anche per Bitcoin.
Se dovessimo guardare soltanto al grafico di Bitcoin, nel vuoto pneumatico, dovremmo concludere che no, Bitcoin non può comportarsi positivamente in condizioni di crisi. Non solo il 20 febbraio ha seguito di pari passo le azioni in quello che è stato il crash più importante da diversi anni a questa parte. Il 10 marzo ha perso quasi la metà del valore in quella che è stata la *peggior giornata di sempre per BTC. Caso chiuso? No.
C'è un altro pezzo della vicenda - dello sviluppo dei mercati di quel periodo terribile anche per gli investitori. L'oro, incredibilmente, aveva fatto lo stesso.
Se per Bitcoin forse se lo aspettavano in molti, in molti meno se lo aspettavano per l'oro. Tanto da far scrivere a qualche specialista - controlla pure qui - che l'oro non era più un safe haven, un porto sicuro.
Col senno di poi, quel senno che rende magicamente i mercati più chiari, in pochi sono disposti a definire l'oro come non più safe haven. Perché farlo allora con Bitcoin? Magari non lo è mai stato, ma quanto accaduto nelle prime fasi del COVID non sconfessa la tesi che vogliamo portare avanti: e se Bitcoin fosse un buon asset in vista della crisi che in molti ormai si aspettano?
Oro e Bitcoin contro la recessione: parla Paul Tudor Jones
I gestori di fondi hedge non hanno sempre ragione. Tuttavia, quando parlano di questioni serie, sempre meglio quantomeno stare ad ascoltare cosa hanno da dire.
Proprio ieri Paul Tudor Jones si è espresso con toni molto positivi su Bitcoin. Tudor Jones gestisce miliardi veri e parla anche con le sostanze che investe. Su Bitcoin ha fatto buoni affari - anche durante il periodo pandemico - e sul tema è tornato poco fa come abbiamo riportato sul nostro sito.
Credo che Bitcoin e l’oro debbano avere allocazioni nel portafoglio più alte di quelle storiche, a causa di una situazione complicata sul piano politico negli USA e anche a causa della situazione geopolitica.
Ha per forza ragione? No. Ma mentre ragionavamo a questo numero del nostro Magazine, le parole di Tudor Jones sono arrivate in nostro soccorso, a confermarci che probabilmente c'è qualcosa che altri non hanno ancora visto. Cosa comprensibile, dato il rumore che purtroppo spesso travolge Bitcoin e le sue quotazioni.
La seconda grande crisi: Silicon Valley Bank
I mercati dimenticano molto rapidamente, noi no. Il mese di marzo del 2022 è stato occupato dalle preoccupazioni prima e dalla raccolta dei cocci poi di Silicon Valley Bank. Un crack spettacolare, in larga parte dipendente da movimenti importanti sul mercato dei bond USA e da una scarsa, scarsissima gestione del rischio.
Di spiegazioni sul caso ora non ha più senso darne. Sarà materia per gli storici del sistema bancario. Quello che ci interessa è quanto abbiamo evidenziato nel grafico di cui sopra. La performance di Bitcoin, in un momento di crisi che avrebbe potuto coinvolgere l'intero sistema bancario - e che, lo ricordiamo, impose l'intervento diretto di Fed, si è comportato in modo eccellente. Questo nonostante nei giorni successivi anche un paio di banche crypto finiranno nello stesso modo.
La terza crisi: Bitcoin, Israele e Palestina
Continuiamo a conservare un dubbio sulla lettura che ci sembra la più ovvia e la più scontata. Il dubbio ci viene dal comportamento di questi ultimi giorni soprattutto nei confronti dell'oro.
L'evento che ha dominato le cronache è stato l'attacco di Hamas a Israele e la conseguente reazione di Tel Aviv: una situazione carica di significati anche politici - che eviteremo di toccare su queste pagine perché non di nostro compito.
A interessarci però - almeno al fine del nostro discorso - è quanto descritto dal grafico. Oro su, Bitcoin giù, almeno dal pomeriggio di lunedì. Una situazione che va contro quanto affermato sopra da Tudor, ma che è ancora, almeno a nostro avviso, troppo di breve periodo per essere considerata come valida per l'analisi fondamentale e storica.
Cosa possiamo desumere da questa analisi
Se è vero che Bitcoin è storicamente vicino al rendimento degli asset detti di rischio, cosa che chiaramente l'oro non è - è altrettanto vero che in momenti di forte crisi $BTC si è comportato in modo eccellente, trasformandosi in una sorta di bene rifugio.
All'interno di questo periodo storico - qualcuno farà questa giusta osservazione, Bitcoin ha avuto però un calo importante in diverse fasi. Aggiungiamo noi però che rispetto al comportamento fondamentalmente piatto per l'oro, Bitcoin ha dovuto affrontare grandi crisi di comparto, a partire dal caos di Terra Luna e per finire sul caso FTX, che sta trovando la sua degna conclusione in tribunale proprio in questi giorni.
Una situazione complessa, chiaramente, che però ci aiuta a ricordare che in determinati momenti, in momenti specifici di crisi, Bitcoin è stata una scelta simile all'oro - se non migliore.
Gli scenari che ci possiamo aspettare dall'economia
Senza che questo sia un'auspicio - le crisi economiche colpiscono duro soprattutto i più deboli - dobbiamo pur guardare a quanto potrebbe avvenire sui mercati finanziari e nella cosiddetta economia reale. Per quanto i più ottimisti parlino di soft landing, sono in diversi a aspettarsi una recessione anche negli USA.
Non è uno scenario edificante: ci saranno crisi, ci saranno fallimenti, ci sarà anche qualche sconquasso sui mercati, con ogni probabilità per gli asset di rischio.
Bitcoin non si è mai trovato davanti a una situazione del genere: $BTC è asset che possiamo definire come finanziario forse dal 2012-2013, comunque molto dopo l'ultima crisi sistemica.
Forse la crisi pandemica è stato un assaggio di quanto potrebbe accadere, per quanto panico esogeno che in pochi, anzi nessuno poteva prevedere. Per la recessione qualcuno si sta preparando - e sta affilando i coltelli. Chissà se, come Tudor Jones, lo sta facendo proprio con Bitcoin.