È la fine del bear market per questa BANCA d'AFFARI
Un report di Morgan Stanley dichiara la fine dell'inverno Bitcoin e crypto. E c'è una curiosa statistica tra numero di utenti e valore dei token
Caro investitore,
sembra passato un secolo da quando le grandi società di investimento descrivevano Bitcoin come una truffa piramidale.
Con l’arrivo di BlackRock, Invesco, Fidelity e tanti altri grandi gestori nel mondo BTC - tramite ETF - sono tutti pronti a spellarsi le mani in un interminabile applauso alla magnificenza di BTC.
Ultima in ordine temporale è Morgan Stanley, grande banca d’affari che ha appena pubblicato un report dove dichiara la fine dell’inverno crypto, quello che gli investitori del comparto chiamano bear market.
Nella lettera agli investitori di questa settimana:
😲Morgan Stanley: il grande gruppo bancario ha dichiarato la fine del bear market
📈 Quanto valgono gli utenti? Un curioso grafico ci mostra una relazione non scontata
🤥 Fake News: cosa c’è da sapere sulla fake che ha spostato Bitcoin del 10%!
🌽 Bitcoin e i cicli dell’agricoltura
Morgan Stanley ha pubblicato un report che mette in parallelo Bitcoin con le stagioni dell’agricoltura. In tanti pensano che Bitcoin sia oro digitale, in pochi - fatta eccezione per Morgan Stanley - lo hanno mai associato al mais digitale.
Boutade a parte, l’analisi di Morgan Stanley è interessante perché divide in quattro stagioni i cicli di Bitcoin. E perché ritiene che siamo finalmente arrivati alla primavera.
Estate
È la stagione durante la quale parte la bull run. È tipicamente successiva all’halving (se non sai cosa comporta, leggi lo speciale qui) e dura, scrive Morgan Stanley, con il raggiungimento del picco di prezzo della stagione precedente.
Prendendo per buona l’analisi di Morgan Stanley, dovremmo dichiarare l’estate partita il prossimo marzo e conclusa una volta che avremo raggiunto i 70.000$ di prezzo.
Autunno
È il periodo in genere migliore per i gain. Cosa succede nell’autunno di Morgan Stanley? I media tornano a interessarsi di Bitcoin, arrivano nuovi investitori e il prezzo viene spinto verso nuovi massimi, che per il prossimo ciclo non possiamo individuare ancora.
L’autunno è dunque la stagione migliore per chi vuole cercare di vendere al massimo, per quanto questo sia statisticamente e analiticamente molto difficile. La stagione autunnale prevede un’altra corsa, che però è quella che conclude il ciclo.
Inverno
È la stagione peggiore - nonché quella che stiamo vivendo da qualche mese a questa parte. Durante questa stagione si iniziano a raccogliere gain, Bitcoin viene venduto, le persone si spaventano e si allontanano dal mercato.
Secondo Morgan Stanley l’inverno dura da dopo il picco fino alll’arrivo della primavera. Sarebbero 13 mesi di media per i precedenti cicli, e anche per questo.
Primavera
La primavera è la stagione che riapre al bear market e secondo MS ci siamo già. Bitcoin rimbalza (e lo ha fatto già a inizio 2023), ma gli investitori sono comunque deboli. Sembrerebbe una descrizione perfetta di quanto sta accadendo negli ultimi mesi, cosa che è un buon motivo per sperare.
Morgan Stanley è sicura del fatto che ci troviamo all’interno di questa stagione, cosa che sarebbe indicata non solo dai 12-14 mesi passati all’interno dell’inferno, ma anche dalla crisi dei miner e dall’indice thermocap. Avranno ragione? Sperare non costa nulla.
📈 Quanto valgono gli utenti?
L’analisi fondamentale delle criptovalute è ancora agli albori. Il settore è dominato in larga parte da fuoriusciti dalla finanza tradizionale che però non hanno ancora messo a punto gli strumenti più utili per un settore che ha tante particolarità.
Negli scorsi giorni a attirare la nostra curiosità - e la nostra voglia di discutere - è stato un grafico elaborato da Token Terminal e diffuso dalle principali testate.
Sulle ascisse il numero di utenti giornalieri, sulle ordinate invece il marketcap del progetto.
Prima cosa importante: sono scale logaritmiche, quindi tendono a avvicinare punti che altrimenti sarebbero… molto più lontani.
Seconda cosa importante: la linea tratteggiata in mezzo è una media di tutti i dati. E serve a capire cosa sta succedendo in relazione a questo indicatore.
Quanto valgono gli utenti? È vero che una maggioranza di utenti attivi si traduce in un maggior valore per i token della relativa blockchain? La distribuzione sembrerebbe affermare di sì, seppur a nostro avviso con qualche caveat.
Primo caveat: è estremamente difficile contare il numero degli utenti. Non è detto che un utente non operi con più indirizzi ed è difficile normalizzare il conteggio. Tuttavia, allo scopo di questa breve analisi, quanto riportato dal grafico può essere ritenuto sufficientemente preciso.
Secondo caveat: il marketcap è una misura relativamente poco precisa. Tanti dei token delle principali chain sono in staking e non disponibili sul mercato. Allo stesso modo tanti sono in vesting, ovvero verranno rilasciati liberamente nel tempo.
Cosa ci dice questo grafico? Che ci sono diverse chain che rispetto al numero di utenti attivi hanno un valore superiore alla media. Bitcoin, Ethereum, ma anche Ada di Cardano, Dogecoin, Stellar e Ripple. Stessa cosa per ICP e DOT, nonché per CRO e Atom.
La seconda cosa è che nonostante l’elevato numero di utenti, ci sono chain che valtono relativamente poco in termini di token. È il caso - il più evidente - di Tron, ma anche di Matic, di Ron, GNO, ZEC, FLOW, OP, ARB, LTC.
Le principali anomalie derivano comunque da Bitcoin, al quale però possiamo attribuire un premium per lo status particolare che riveste; derivano anche da Ripple, che però punta a utenti che spostano valori importanti in meno transazioni. Tron invece - questa è la spiegazione più razionale che possiamo dare, è da ritenersi sottoprezzata perché utilizzata in particolare per il trasferimento di token stable.
🤥 La fake news (incredibile) della settimana
La settimana Bitcoin è stata dominata da una fake news diffusa da Cointelegraph, testata altrimenti tra le più affidabili. Proprio l’affidabilità percepità ha giocato però un brutto scherzo a quasi tutte le principali testate crypto e finanziarie (ma non la nostra!).
Che cos’è successo? Cointelegraph ha lanciato la notizia dell’approvazione dell’ETF Bitcoin Spot di BlackRock. La notizia era chiaramente falsa.
Primo problema: dato che Cointelegraph può contare su una discreta credibilità, tutte le principali testate e tutti i più importanti account X hanno rilanciato la notizia. La fake news è arrivata addirittura sul terminale di Bloomberg, la fonte primaria di informazioni sulla finanza a livello globale.
Secondo problema: Cointelegraph ha corretto il tweet iniziale aggiungendo “reportedly”, una sorta di “si dice che”. Peccato che “a dire che” fosse stata la medesima testata. Una cosa che non è piaciuta a nessuno e che ha spinto in molti a scaricare la loro frustrazione sui social del gruppo editoriale.
Terzo problema: chi gestisce il progetto editoriale si è espresso prendendo le difese della testata. Ha indicato come ragioni la corsa alle news e la società di oggi, compresi Google e i social, dove se non arrivi primo non esisti. Per quanto possa essere vero, la decisione di pubblicare notizie senza verifica rimane comunque in capo alla testata. Noi, e ne facciamo un vanto, non lo abbiamo fatto.
Cosa è successo davvero? Un redattore di Cointelegraph ha pescato la “non notizia” da un canale Telegram e senza verificarla l’ha data in pasto a X. Il risultato? Bitcoin ha sfondato i 30.000$, salvo poi tornare sui livelli di prezzo precedenti quando i dubbi sulla notizia si sono fatti più concreti.
Prove tecniche di quanto accadrà quando gli ETF saranno finalmente approvati? Noi abbiamo detto la nostra qui.
Per il resto rimane la pessima figura dell’editoria finanziaria nel suo complesso - perché chi ha riportato la notizia senza verificarla è, almeno a nostro avviso, ugualmente responsabile.