BlackRock è il nuovo padrone del mercato crypto e Bitcoin
Il capo di BlackRock parla con sicurezza del presente e del futuro dei crypto asset. Con BlackRock che sarà crocevia fondamentale
Caro investitore,
è stato un successo mai visto prima. Questa volta non siamo noi a scriverlo. O meglio, non è farina del nostro sacco. A parlare è Larry Fink, CEO di BlackRock, il più importante gestore di capitali al mondo.
È lo stesso gestore proprietario di $IBIT, ticker che rappresenta iShares Bitcoin ETF Trust, l'ETF spot su Bitcoin che ha raccolto i capitali più importanti. E lo ha detto non tra gli amici o a in una riunione interna, ma ai microfoni di Fox Business, mettendo una volta per tutte a tacere le tante voci, le tante falsità su questi prodotti. E sul successo che hanno effettivamente riscosso.
Larry Fink ha però detto molto di più: ha detto anche che gli ETF hanno creato un mercato più trasparente e più liquido con Bitcoin. Qualcosa del quale abbiamo già parlato - e che a nostro avviso potrebbe cambiare il futuro di Bitcoin come asset almeno negli Stati Uniti.
Le mani degli Stati Uniti su Bitcoin?
Sono preoccupazioni esagerate. La tesi, che qui vogliamo smentire sempre basandoci sui fatti concreti e sui numeri, è che gli Stati Uniti stiano mettendo le mani su Bitcoin.
Gli exchange senza alcun tipo di licenza o rapporto legale con il governo degli USA e le sue agenzie sono stati metaforicamente abbattuti. Binance ha pagato una multa da 4,3 miliardi e sarà sottoposto a enormi restrizioni in futuro.
KuCoin, altra venue di volumi importanti, sta affrontando problemi simili, dopo che la procura di New York ha aperto un caso con le stesse medesime accuse di cui era stato oggetto Binance.
Rimane negli USA uno sparuto numero di exchange. Su tutti Coinbase, che oltre a essere quotato in borsa, è broker per gli ETF e al tempo stesso custode. Questo nonostante la causa con SEC per aver operato, a detta dell'agenzia, senza autorizzazioni per il mercato delle security.
La situazione, anche da questo breve riassunto, appare come enormemente ingarbugliata. Ed effettivamente lo è, anche se non per i motivi immediatamente apparenti.
Ma torniamo per ora alla questione del mettere le mani su Bitcoin. È vero che gli ETF hanno già accumulato una quantità importante di Bitcoin. È vero che sono già un mercato relativamente rilevante. È vero che sono un canale utilizzato da player di una certa dimensione per avere accesso all'esposizione finanziaria verso Bitcoin.
Quello che non è vero però è che la cosa potrebbe avere un impatto su Bitcoin in quanto valuta e in quanto ecosistema tecnologico.
Anche a fronte di un 2%, di un 3%, di un 5% dell'intera supply nelle mani di pochi intermediari - cosa che si è verificata tra le altre cose anche in passato - non si può modificare il funzionamento del protocollo di Bitcoin. Così come non si può decidere chi può effettuare transazioni, inviare Bitcoin o riceverli.
La pantomima degli effetti sul prezzo
L'altra preoccupazione è quella sui potenziali effetti sul prezzo. Gli ETF ne hanno, essendo un collettore importante di domanda e offerta di Bitcoin, diretta o indiretta. E fin qui non ci piove.
Ad essere curiosa - un'eufemismo che immagino ci perdonerete - è l'altra teoria. Quella della possibilità di BlackRock o di chi per lei, di scaricare per propri motivi Bitcoin a mercato. E quindi di affossare il prezzo di Bitcoin.
Lo abbiamo ripetuto decine di volte e sarà il caso di ripeterlo anche in questa circostanza:
BlackRock ha interesse affinché il suo ETF sia pieno di Bitcoin (e indirettamente a che il prezzo di Bitcoin sia elevato), perché è dalla quantità di Bitcoin che ha in pancia e dal loro controvalore che dipendono le sue commissioni.
Gli ETF sono gestioni passive, dove il gestore non ha potere di decidere cosa vendere e quando venderlo.
Anche questa preoccupazione dunque appare come infondata - per utilizzare un eufemismo - o come il disperato tentativo dei tanti nemici di Bitcoin di recuperare dalle fesserie con le quali avevano nutrito i propri follower e ascoltatori.
Il grande caos americano
C'è poi un'altra storia, che racconta di un'America profondamente divisa su questa categoria di asset, sui quali si sta consumando una battaglia politica a nostro avviso senza senso, ma che evidentemente interessa tanto l'uno quanto l'altro schieramento.
La cosa è più evidente su Ethereum, rispetto a Bitcoin. Su Bitcoin c'è poco da discutere sulla sua natura di commodity o security. Bitcoin è considerato una materia prima / commodity dalla notte dei tempi di questo settore e non è dunque materiale per gli arruffapopolo.
Diverso il discorso per quanto riguarda Ethereum. La ICO, l'offerta di coin iniziale, e poi il passaggio a PoS hanno offerto due sponde ai detrattori del settore. Tra questi Gary Gensler, a capo della potente SEC e che almeno secondo alcune cronache che abbiamo riportato nel precedente numero del Magazine, starebbe tentando di tornare alla carica.
Il Papa che viene da Los Angeles
La questione sarebbe confinata alle aule del Congresso e di SEC e CFTC (l'altra agenzia, quella che si occupa di commodity), se non fosse che da qualche settimana si dovrà fare i conti anche con un'autorità privata. Autorità che è sì privata, ma che può fare leva anche su contatti, rapporti politici, prestigio per forzare la mano su certe approvazioni. O comunque per riportare Gary Gensler e SEC a più miti consigli.
È il Papa che viene da Los Angeles, quel Larry Fink che è entrato prepotentemente nel settore con i suoi ETF (e anche con un fondo che gira su Ethereum come infrastruttura) e che proprio ieri è apparso più che tranquillo proprio sulla questione ETF.
Larry, ormai lo chiamano per nome certi appassionati del mondo crypto, ha lasciato intendere un certo ottimismo, e che anche l'eventuale questione security sarebbe una non questione per l'approvazione degli ETF.
Da qui al 23 maggio, data di scadenza per la decisione sugli ETF VanEck su Ethereum, potrebbe ancora succedere di tutto, è vero. Ma è anche vero che BlackRock, non ce ne vogliano gli altri gestori, difficilmente si muove senza che ci siano possibilità ampie di vittoria. Con buona pace anche di Gary Gensler.