Ethereum e crypto: è iniziato lo scontro finale in America
SEC attacca, il mondo crypto risponde punto per punto. Carte, avvocati, leggi e un mercato miliardario che non vuole padroni
Caro Investitore,
è stata una settimana incredibile sul piano delle notizie. No, non quelle che arrivano direttamente dai mercati, ma quelle che arrivano da Washington e dintorni.
È in corso una guerra aperta tra due schieramenti: il primo, governativo, per la limitazione dell'ingresso delle criptovalute nella finanza tradizionale.
Il secondo, che comprende anche i nomi più prestigiosi della finanza, che invece gioca al contrattacco e prova a mettere Gary Gensler di SEC nell'angolo.
Non è più uno scontro solo verbale. È uno scontro di avvocati, di carte e di complicate strategie da scacchi a quattro dimensioni. Strategie non sempre chiare e che ricostruiremo in questo numero del Magazine.
Lo faremo partendo dai due eventi più importanti: il primo è il caos intorno alla possibilità che Ethereum venga considerata una security da SEC. Dall'altro una risposta molto fuori dalle righe di Coinbase, che ha richiesto approvazione per tre nuovi futures registrati negli USA su Dogecoin, Litecoin e Bitcoin Cash.
Le due storie sono collegate. E in questo numero scopriremo come e perché.
Aiuto: Ethereum è sotto inchiesta
Nel pomeriggio di mercoledì 20 marzo è successo tutto nel giro di un paio d'ore. Prima Coindesk, con un titoli che poi è stato corretto pur senza avvisare i lettori, ha parlato di Ethereum Foundation sotto inchiesta.
Andiamo con ordine.
Cosa sappiamo che è successo
Sappiamo che la Ethereum Foundation ha rimosso il canary dal proprio sito internet. Di cosa si tratta? Di uno standard tramite il quale si comunica che non si sono mai ricevute delle richieste di informazioni sotto richiesta di confidenzialità da parte di autorità statali.
Fare 2+2 è semplice: se l'avviso è stato rimosso, vuol dire che la Ethereum Foundation ha ricevuto da un'autorità governativa richiesta di documenti o di informazioni.
La cosa, in termini di informazioni certe che abbiamo, inizia e finisce qui.
Il primo ricamo: CoinDesk
Il primo ricamo sulla storia è di CoinDesk, una delle più popolari (e storicamente affidabili) pubblicazioni in ambito crypto. Il titolo - che ora è stato modificato - parlava di Ethereum Foundation sotto inchiesta.
Il fatto che sia stato rimosso ci lascia pensare che di basi per affermare questo non ce ne siano state poi molte.
Il secondo ricamo: Fortune
Un paio d'ore dopo è stato pubblicato un approfondimento da parte di Fortune, che raccogliendo opinioni che sono rimaste anonime, parla di indagini di SEC che andrebbero avanti da un po' e che avrebbero portato l'agenzia a contattare un numero importante di società del mondo crypto.
Tali fonti affermano che a SEC interesserebbero elementi per dichiarare Ethereum una security. Una questione che si trascina avanti da tempo e che è - per certi versi - ai limiti dell'assurdo.
Abbiamo chiamato anche questo approfondimento di Fortune un ricamo perché pur sempre di fonti anonime si tratta. E a noi, come ad altri, la questione non è che convinca granché.
Ethereum, SEC, security
L'ordinamento USA distingue in security - contratti di investimento - e commodity - quelle che noi chiamiamo materie prime. La differenza legale è importante. Nel caso in cui un asset sia una security, va registrato preventivamente da SEC. Cosa che per Ethereum non è mai avvenuta.
Qui la questione però si fa più complicata.
Security: un concetto non banale nell'ordinamento USA
Seguici un attimo, perché il ragionamento che dovremo fare è un po' articolato e non banale.
Asset contro compravendita
Il primo concetto da assimilare è che non è l'asset a essere security, ma l'eventuale modalità di vendita. O meglio, possono essistere asset che non sono security ma la cui modalità di vendita è una security.
Contorto? Assolutamente sì, ma aggiungendo qualche ulteriore elemento la cosa diventa più chiara.
Howey Test
È un test che è emerso dal procedimento SEC v Howey Co., caso del 1946 che ha contribuito a fissare i requisiti per l'individuazione di una security.
Affinché una compravendita sia una security, si deve trattare secondo tale test di un investimento in denaro, in un'impresa comune, con l'aspettativa di profitto derivante dallo sforzo di altri.
Si tratta di una regola contorta, che infatti anche a livello giudiziario ha avuto diverse interpretazioni per ciascuno dei propri requisiti, fatto salvo l'investimento in denaro.
Per farla breve: se ci viene venduto un asset/investimento con l'aspettativa di profitto futuro e questo profitto dipende dallo sforzo di altri, che sono poi quelli che ci stanno vendendo il prodotto, allora siamo di fronte a una security.
Ethereum e PoS
SEC, lo vedremo più avanti, in passato si è espressa più volte in senso contrario: ha definito Ethereum una commodity, tant'è che esistono futures della tipologia su commodity quotati al CME di Chicago.
A poter cambiare le carte in tavola sarebbe il passaggio a PoS, ovvero alla Proof of Stake, di Ethereum, almeno secondo chi sta cercando di ricostruire il ragionamento di SEC.
Può essere utile qui ricordare altre cause simili: SEC ritiene che se un protocollo offra possibilità di rendimento, allora l'asset di base di quel protocollo potrebbe essere appunto una security.
È stato ad esempio il caso di BUSD, una stablecoin legata al dollaro che secondo i ragionamenti di SEC sarebbe stata una security perché venivano offerti piani di rendimento tramite l'exchange che aveva il controllo di BUSD, ovvero Binance.
Un ragionamento anche questo contorto, e che con un certo sprezzo per il ridicolo, SEC potrebbe provare a estendere ai protocolli in Proof of Stake.
Ma cosa rischia Ethereum?
Ci sono due considerazioni da fare: la prima è quanto vera sia l'intenzione di SEC di attaccare Ethereum. È vero che in ballo c'è l'ETF - che SEC non vorrebbe approvare - ma è altrettanto vero che SEC viene fuori da un 2023 non brillante in tribunale e potrebbe voler evitare ulteriori sconfitte.
La seconda considerazione riguarda la rilevanza politica dell'intera vicenda. I Repubblicani sono piuttosto compatti nel contestare l'eccessiva vivacità di SEC nel tentativo di normare il mondo crypto anche senza attribuzioni dirette del Congresso.
ETF e futures
SEC lo scorso anno - e dunque ben dopo il passaggio a PoS - ha approvato degli ETF sui Futures. Se SEC dovesse affermare che Ethereum è una security, tali futures sarebbero di fatto illegali. E SEC si troverebbe nella situazione di aver approvato degli ETF con prodotti illegali in portafoglio. Un labirinto legale che almeno a nostro avviso è eccessivo anche per le ardite battaglie di Gary Gensler.
ETF al contrattacco: non solo su Ethereum
C'è un fronte compatto che sta affilando i metaforici coltelli per la battaglia finale contro SEC.
Fidelity, gestore di grande spessore negli USA, ha aggiornato recentemente la sua richiesta per un ETF Ethereum Spot, così come hanno fatto altri. Segnale questo che si vogliono esercitare pressioni su SEC e che non c'è alcuna intenzione di mollare.
Ciò che è più interessante però è quanto abbiamo scoperto mercoledì 21 marzo: Coinbase ha avanzato nella prima settimana di marzo richiesta di approvazione a CFTC (l'altra agenzia, quella che si occupa di derivati e commodity) di tre nuovi futures regolamentati negli USA su altrettante crypto.
Sono Dogecoin, Litecoin e Bitcoin Cash.
È importante? Sì, perché la presenza di futures è praticamente necessaria per pensare di poter richiedere approvazione in futuro di un ETF.
Dato il ruolo preminente di Coinbase sia per gli ETF Bitcoin già approvati, sia per quelli Ethereum in fase di approvazione, non è assurdo pensare che siano preparativi per eventuali richieste di approvazione di ETF su questi asset.
Ad oggi sembra assurdo. A novembre però si vota. E oltre che cambiamenti alla Casa Bianca, se ne potrebbero avere anche a capo di SEC. Con Gensler che potrebbe fare le valigie e lasciare il posto a un commissario più aperto verso questa categoria di asset.