Bitcoin torna al TG5 - e per molti non è un bene
C'è chi ha paura che sia il segnale di fine del ciclo, quando dei poveri sprovveduti arriveranno in Bitcoin spinti dalla TV generalista. Ma è così?
Caro investitore,
Bitcoin ha superato - a meno di 3 anni di distanza - i suoi massimi storici.
Una corsa incredibile, che anche al netto della correzione intervenuta subito dopo rimane un traguardo che in pochi avrebbero sognato e in ancora meno immaginato come possibile.
Il sentiment è cambiato. Tutti o quasi credono che questo livello sarà la base del prossimo e ciclo e che a attendere Bitcoin e chi vi ha investito ci siano magnifiche sorti e progressive.
Quanto vale il prezzo? Tutto, almeno per chi è al di fuori del mondo di Bitcoin dal lato più tecnico e finanziario. Tant'è che mercoledì 6 marzo il TG5, il secondo TG per ascolti in Italia, ha dedicato addirittura il secondo servizio proprio al nuovo record di Bitcoin.
Servizio che ci ha offerto tanti spunti per questo nuovo numero del Magazine, che sarà utile per fare i conti e per capire a che punto siamo della bull run, semplificazione che piace tanto agli investitori e che però - almeno a nostro avviso - non è granché utile per comprendere la questione a fondo.
Bitcoin al TG5
I TG si occupano di ciò che interessa. E Bitcoin, con il suo ritorno verso i massimi storici, è improvvisamente tornato a essere interessante. Qualche spunto però sul servizio del TG5 che pur essendo di buona fattura, non sembra essere riuscito a fare a meno di qualche luogo comune. Vuoi perché non si potrà ancora dire al pubblico che Bitcoin è una gran cosa, vuoi perché ragionevolmente non si vuole la responsabilità eventuale degli investimenti di milioni di persone che guardano il TG.
Massimo insieme all'oro
È vero: Bitcoin e oro sono arrivati ai loro massimi storici in simultanea. È vero anche che le storie dei due asset sono profondamente diverse e che probabilmente - come ha ripetuto il servizio - abbiano ancora poco in comune.
L'oro continua a crescere a fronte di incertezze importanti che arrivano dall'economia statunitense. Basti solo pensare a New York Bancorp e al suo recente crollo in borsa, motivo di ulteriore preoccupazione per gli investitori dei mercati tradizionali e per il settore bancario forse più periferico.
L'oro è arrivato al suo massimo con una crescita molto lenta, quasi costante e comunque priva di grandi crolli e di grandi picchi, almeno negli ultimi anni.
Bitcoin è ancora una bestia molto diversa - e su questo non possiamo che concordare. Soltanto 16 mesi fa eravamo sui minimi del ciclo intorno ai 16.000$ e per quanto vorremmo anche noi vederlo come oro digitale servirà ancora lavorare in tal senso.
La questione consumi
Bitcoin consuma tanta elettricità. È, a livello molto superficiale, vero. In realtà sono i miner che la consumano, ma comunque poco cambia.
C'è una seconda parte - che per la brevità del servizio probabilmente non si è potuta toccare - molto più importante.
Il rapporto di Bitcoin con l'energia è complesso e certamente non sfavorevole come potrebbe sembrare tramite un'analisi superficiale.
C'è, per citare uno degli aspetti che non sono stati toccati dal servizio, un'importante produzione di energia rinnovabile che senza Bitcoin no sarebbe potuta esistere e che Bitcoin non assorbe completamente.
Il ciclo è virtuoso: ci sono già risultati importanti e andrebbero toccati, pur comprendendo che all'interno di un servizio di pochi minuti non si può dire tutto.
A Warren Buffett non piace
Ce ne siamo già fatti una ragione e non sembra sia il caso di ritornarci. In breve: ci sono categorie di asset che a un grande investitore come Buffett non interessano. Pazienza.
Il top signal
Gli appassionati di crypto e Bitcoin sono anche dei gran burloni. E amano scherzare sul top signal, il segnale di massimo raggiunto.
Si tratterebbe del segnale che ormai siamo vicini ai massimi e che anche questo ciclo sia finito.
L'arrivo dei cosiddetti retail, i piccoli investitori attirati da servizi come quello del TG5, è - scherzosamente o meno - il segnale definitivo.
Non è una lettura che condividiamo necessariamente, ma è bene parlarne per qualche riga perché se ne parlerà tanto sui social e perché qualcuno potrebbe farsi prendere dallo spavento.
I retail
Sono i piccoli investitori, in genere digiuni di qualunque tipo di informazione su Bitcoin, che finiscono per esserne attirati quando ormai un grosso della crescita è stata portata a casa.
In realtà, come abbiamo visto nel precedente numero del Magazine, siamo ancora lontanissimi dai livelli che furono registrati nel 2021, durante gli ultimi massimi.
L'interesse è ancora molto lontano, i download delle principali applicazioni degli exchange ancora lontani dalle prime posizioni e più in generale non c'è quell'euforia dei perfetti sconosciuti che tutti ci ricordiamo molto bene durante la fase precedente.
Il mondo non è solo l'Italia
Un servizio al TG5, per quanto possa essere un segnale, è comunque il servizio di un TG che è guardato solo in Italia e che non poteva esimersi dal raccontare il momento di Bitcoin.
Avrà portato qualcuno a investire? Probabilmente sì. Siamo a quel tam tam di copertura che avevamo ai vecchi massimi del 2021? Neanche alla lontana.
Un ciclo guidato anche da altro
In realtà c'è un nuovo elefante nella stanza. Sono gli ETF negli USA, che hanno preso per mano la narrativa rialzista e l'hanno portata di nuovo verso i massimi.
Non siamo sicuri - come altri - che l'arrivo degli ETF sarà il proiettile d'argento che ucciderà metaforicamente tutti gli orsi presenti e futuri.
Siamo però d'accordo sul fatto che giudicare questo ciclo con gli occhi del precedente potrebbe essere fuorviante.
Per quanto si debba sempre prestare il massimo dell'attenzione, è sempre bene prendere certi meme e certe analisi da social per quello che sono.
Non costa nulla sbagliare e dunque tutti o quasi si producono nelle analisi più disparate. A nostro avviso, ammesso che abbia ancora senso ragionare di cicli, questi segnali valgono molto poco.
E di Bitcoin sentiremo parlare ancora di frequente sui tg nazionali, sulla stampa tradizionale e anche su quella specializzata in finanza.
Postilla: gli ETF fermeranno la volatilità?
Certamente non ora e l'ultima settimana ne è stata la prova. Bitcoin continua a imbizzarrirsi quando ritiene che sia il momento di farlo e c'è poco che possono fare gli ETF per governarne l'irruenza.
Questa idea, che pur circolava fino a pochi giorni fa, è stata smentita dai fatti. Non è detto che non venga smentita di nuovo a breve e che il sogno di un Bitcoin stabile a lungo non sia destinato a rimanere tale.
Per ora gli ETF, per quanto abbiano accumulato somme importanti, sono comunque una frazione del mercato. E per quanto possano impattare sul sentiment, non governano un mondo di scambi è che su un ordine di grandezza o quasi superiore.