Bitcoin vicino ai massimi, e manca ancora il fattore X
Volano i volumi, vola il prezzo, ma non volano ancora i piccoli investitori retail
Caro investitore,
gli ETF Bitcoin stanno finalmente producendo gli effetti che avevamo previsto. Pressione sulla supply, pressione sul prezzo, ritorno di un sentiment molto positivo sui mercati.
C’è aria di 2021, l’anno in cui Bitcoin ha raggiunto il suo massimo storico di 69.000$ circa?
No, non ancora. E abbiamo un mucchio di dati che ci confermano che manca ancora un esercito importante, quello dei piccoli investitori.
È un buon segno? Probabilmente sì. Dietro questa corsa mancano gli investimenti - talvolta anche sconsiderati - che vanno da poche centinaia a poche migliaia di euro, che sono stati fondamentali almeno per l’ultima parte della corsa del 2021.
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Interesse in crescita, ma ancora lontano dai massimi
Il primo dato che vogliamo condividere con voi è quello di Google Trends, che raccoglie l’interesse su determinati temi. Abbiamo guardato all’andamento delle ricerche su Bitcoin ed è chiaro, dal grafico, che non siamo neanche vicini a quanto è avvenuto al top del 2021.
È un dato inequivocabile? No, però è una base sulla quale discutere, perché il distacco rispetto al 2021 è tale da renderlo comunque interessante. I numeri raccolti da Google Trends arrivano da milioni di ricerche, dei piccoli investitori in larga parte.
Questo dato ha potere predittivo? Non sul prezzo. Quello che ci interessa dimostrare è che manca ancora quell’interesse che era stato il motore dell’ultima corsa.
Volumi sugli exchange
C’è un altro dato che dimostra che siamo ancora molto lontani dai picchi del 2021. Sono i volumi registrati da The Block, mese per mese, con quelli di febbraio che per ovvi motivi sono ancora parziali.
Il dato non riguarda soltanto Bitcoin ma tutto il comparto crypto, cosa che lo rende a nostro avviso ancora più solido per valutare cosa sta avvenendo in termine di interesse per il comparto, soprattutto dai nuovi arrivati, che non sempre arrivano dalla porta principale, quella di Bitcoin.
Rispetto ai mesi terribili per gli exchange tra marzo e settembre siamo certamente in una fase migliore. Tuttavia il paragone con il 2021 è impietoso.
Cosa sta succedendo sul fronte exchange?
Una parte della spiegazione potrebbe essere la seguente: il grosso del trading sta avvenendo sugli ETF, almeno negli Stati Uniti, e quindi nonostante la grande attenzione per Bitcoin in realtà non riusciamo a registrarla sugli exchange. Anche qui però per rispondere possiamo guardare ai dati.
I volumi sono piuttosto elevati, in particolare per la giornata del 28 febbraio 2024. Parliamo però di 7 miliardi di dollari circa, una quantità che deve essere messa in correlazione con i numeri complessivi del trading su exchange. Secondo Coinmarketcap abbiamo avuto nelle ultime 24 ore circa 90 miliardi di volumi solo su Bitcoin.
Questo vuol dire che anche in una giornata importante come quella del 28 febbraio, gli ETF non possono colmare il divario tra i volumi del 2021 e quelli di oggi.
Chi sta comprando gli ETF?
C’è un altro dato molto interessante che arriva dagli ETF, che è stato condiviso da Eric Balchunas di Bloomberg.
Il numero è piuttosto alto e segnalerebbe, almeno secondo la ricostruzione dello stesso Balchunas, una partecipazione importante da parte dei capitali di minore importanza, ovvero i piccoli investitori retail.
È interessante che IBIT [l’ETF di Blackrock, NDR] ha avuto più di 100.000 trade singoli oggi. Fino a martedì era nel range tra i 30.000 e i 60.000$.
È il segnale di una grande partecipazione da parte degli investitori più piccoli? La matematica sembrerebbe affermare questo, ma ancora una volta non siamo di fronte a volumi che riescono a colmare il gap con quanto avvenuto nel 2021.
L’altro modo di esporsi verso Bitcoin: le azioni MicroStrategy
Il ritorno dell’attenzione verso Bitcoin ha avuto effetti anche sulle azioni di MicroStrategy, la società di Michael Saylor che ha in pancia 193.000 Bitcoin e che ormai è un investimento a leva su BTC.
Anche questo potrebbe essere un dato contro la nostra teoria di base, ovvero che siamo ancora molto lontani dai volumi che abbiamo visto vicino ai massimi nel 2021. Tuttavia, tenendo conto di un’anomalia di circa 1,5 miliardi di dollari rispetto al solito, siamo ancora molto lontani dai picchi. Nel complesso, poco sotto la metà.
Diverse conclusioni, a partire dai dati
Ci sono diversi aspetti interessanti legati a quello che i dati di cui sopra ci raccontano.
Il primo, il più evidente, è che siamo lontani da quanto abbiamo visto nel 2021. Una parte di chi si è scottato non è ancora rientrato nel mercato. E sono ancora in pochi i nuovi che si stanno avvicinando agli investimenti in Bitcoin.
Sono fondamentali per una bull run come si deve? Probabilmente sì e finché non arriveranno - se dovessero confermarsi i pattern del passato - potremo dire di essere lontani dai quella fase di FOMO assoluta che avevamo visto con il precedente ciclo.
Il secondo è che con gli ETF e con MicroStrategy il mercato Bitcoin è cambiato per sempre. Ora ci sono dei metodi più economici - almeno per una parte di investitori - di accedere all’esposizione verso Bitcoin. Dalle azioni di MicroStrategy agli ETF, gli strumenti che sono offerti direttamente in borsa sono più economici negli USA rispetto agli exchange.
Il terzo è il problema degli exchange. Almeno negli USA crediamo che l’arrivo degli ETF scompaginerà almeno in parte l’attuale assetto di mercato. Gli ETF pagheranno commissioni molto basse all’exchange designato - con gli altri che rimarranno con un pugno di mosche. Vedremo se, quando e come continueranno a assorbire volumi, gli ETF, che per gli exchange vogliono dire anche commissioni che non incasseranno.
Grazie Gianluca, ti seguo da anni anche su altri canali, ma è un piacere vedere che sei anche su Substack ... peccato averlo scoperto solo oggi: qui siamo più decentralizzati! ;)