Bitcoin torna a essere il Re. Banche e fondi Hedge comprano miliardi!
Bitcoin sulla bocca e nelle tasche di tutti. E anche in un caso per il quale Criptovaluta.it ha dato una mano
Caro investitore,
È arrivata già la cavalleria. I gestori avevano detto di aspettare che chi muove i capitali più importanti, che in genere ha bisogno di tempo per valutare certi investimenti. E anche per allocare appunto i denari, quelli veri.
A guardare però i report che arrivano direttamente da SEC e da Bloomberg, Bitcoin piace - e molto - a tanti fondi hedge - a gestori privati e anche ad un potente fondo pensione pubblico degli Stati Uniti.
Da questo pulpito, per quanto umile, avevamo provato ad avvisarvi: sarebbero arrivati i grandi e avrebbero avviato - sotto traccia - una lotta senza quartiere all'ultimo Bitcoin.
Sì, quel Bitcoin che è qui per restare e che a quanto pare, tramite ETF, non è più questione da degen, da trader da strapazzo attirati soltanto dalla volatilità.
Arrivano i pezzi grossi
La notizia più importante della settimana, per chi investe in Bitcoin (e anche in crypto) arriva dagli ETF, ancora una volta. Si sta chiudendo la stagione dei 13F, i moduli che le grandi società e i grandi fondi devono inviare a SEC in caso di acquisti di titoli considerevoli.
Nel giro di pochi giorni abbiamo assistito ad un'importante passerella di fondi pensione, fondi hedge e banche che hanno in cassa quantità importanti degli ETF su Bitcoin che sono stati lanciati lo scorso 11 gennaio.
Il fondo pensione del Wisconsin
Negli USA gli stati hanno gestione propria dei fondi pensione dei dipendenti pubblici. E investono dove preferiscono. Quello del Wisconsin è storicamente uno dei più audaci negli investimenti e lo ha dimostrato ancora una volta con Bitcoin.
Nel complesso il fondo ha più di 160 milioni di dollari in ETF Bitcoin, cifra che vale circa lo 0,1% del totale dei capitali in gestione. Non sarà tantissimo, ma è comunque un punto di partenza importante. I fondi scelti sono quelli di iShares - BlackRock e quello di Grayscale.
Eric Balchunas di Bloomberg, a riguardo, ha ricordato che questo tipo di operatori si muovono in genere a mo' di gregge. E che spesso ne basta uno per indicare la direzione a tutti gli altri. Staremo a vedere.
Millennium Management
È un fondo hedge. Ed è ad oggi l'investitore più corposo negli ETF Bitcoin. Ha accumulato quote per un controvalore di quasi 2 miliardi di dollari, cifra enorme rispetto ai capitali raccolti da questi prodotti, per quanto rapidamente lo abbiano fatto.
I più cinici si chiederanno cosa debba interessarci degli investimenti di un fondo hedge - e dunque altamente speculativo - in Bitcoin. Non è la prima volta, non sarà l'ultima.
In verità però anche i più cinici dovranno ragionare su quanto è successo. Millennium Management non è esattamente la prima società di gestione di capitali che capita.
Ha 5.000 dipendenti, ha in gestione una quantità di capitali enorme ed è uno dei nomi grossi di Wall Street. Niente a che vedere con i gestori di piccole dimensioni che fino a ora hanno accumulato Bitcoin.
È uno degli operatori che storicamente vengono considerati smart money, il denaro intelligente che in genere si muove prima dei retail e prima anche degli altri investitori professionali.
Tante banche
Da JPMorgan a Morgan Stanley: sono tanti gli istituti bancari che hanno riportato detenzioni degli ETF Bitcoin. Qui però, dato che non siamo una testata che punta ai sensazionalismi, è bene ricordare che diversi di questi istituti bancari stanno operando come market maker su diversi ETF. E che dunque detengono quote degli ETF per scopi meramente tecnico-operativi.
CME vuole far fuori gli exchange
Siamo stati i primi a dirvi cosa sarebbe successo. Con la normalizzazione di Bitcoin e delle criptovalute, tanti operatori del vecchio mondo finanziario avrebbero puntato ad una fetta degli enormi profitti che i mercati crypto garantiscono. Parliamo delle ricche commissioni che gli exchange intascano per offrire un mercato su questo tipo di asset.
Ora c'è quasi l'ufficialità di quanto avevamo previsto: CME, la borsa derivati più importante del mondo, il Chicago Mercantile Exchange, la piazza che contribuisce alla formazione dei prezzi di tutte le materie prime del mondo... vorrebbe aprire al trading Bitcoin spot.
Ovvero al trading di veri Bitcoin e non solo via contratti futures, come già consente da tempo.
È una sveglia importante per tutti gli exchange: un operatore di livello professionale potrebbe puntare a accaparrarsi una fetta rilevante del mercato, quella degli investitori professionali, offrendo un'infrastruttura solida, dedicata, a basso costo e che è già conosciuta da diversi operatori.
Per Bitcoin è un ottimo segno: vuol dire la definitiva consacrazione di questo asset come prodotto da investimento, anche per i professionisti e gli istituzionali.
È una notizia, almeno a nostro avviso, meno buona per gli exchange, che ora dovranno fronteggiare la concorrenza spietata e agguerrita di chi comanda i mercati da decenni.
Dagli ETF sarebbe venuto fuori un mercato diverso, ci eravamo detti. E i primi segnali sono ora sotto gli occhi di tutti.
Bitcoin, truffe e sparizioni
Durante questa settimana, ed è un traguardo che vogliamo condividere con voi, lettori del magazine settimanale, siamo stati ospiti di Chi l'ha Visto? - popolare trasmissione di Rai Tre che ci ha consultato in qualità di esperti di Bitcoin.
Cosa c'entra Bitcoin? È cruciale per il caso di Franco Bonzi, sparito dopo aver versato importanti quantità di denaro a una sedicente Dua Lipa. Dietro il nome della star si nasconde un truffatore, che ha ricevuto pagamenti in Bitcoin lasciando però dietro di sé tracce importanti.
Abbiamo dato una mano, per quanto possibile e abbiamo raccolto le nostre scoperte qui. Il truffatore ha commesso degli errori imperdonabili per un esperto - e potrebbe essere ad un passo dall'identificazione.
Dopotutto usare Bitcoin per cercare anonimato - senza sapere come ottenerlo - è spesso la ricetta perfetta per identificarsi senza troppi fronzoli.