Bitcoin: ecco perchè OGGI TUTTI ne vogliono un PEZZO...
Arriva BlackRock, portandosi dietro vecchie conoscenze del mondo ETF Bitcoin - e anche qualche teoria del complotto
BlackRock, Deutsche Bank, Fidelity, WisdomTree e anche Crédit Agricole! Scorrere la lista di chi è entrato o rientrato nel mondo di Bitcoin è la risposta perfetta a chi chiede le motivazioni dell’ultima corsa di $BTC oltre i 30.000$.
Manifestazioni d’affetto, richieste di approvazione a SEC, licenze per la custodia: l’apertura è concreta, ha cambiato il trend di mercato e si è portata con sé anche la solita dose di teorie del complotto del quale il mondo Bitcoin, anche ai piani alti, non sembra proprio fare a meno.
La notizia importante è una: BlackRock, il più importante gestore di fondi al mondo, ha richiesto a SEC l’approvazione per un ETF Bitcoin Spot. Cosa inaudita per un gruppo di quelle dimensioni - e benzina per le fantasie più sfrenate.
La sorpresa di BlackRock
È stata una sorpresa per tutti, anche per chi ritiene l’iperbitcoinizzazione questione di poche settimane o mesi. BlackRock, gestore da 10.000 miliardi di dollari, ha inviato un form S-1 a SEC per richiedere l’approvazione di un ETF Bitcoin Spot.
ETF
Sono veicoli di investimento aperti a tutti, divisi per quote, che investono in uno o più classi di asset. Sono veicoli molto comuni, molto apprezzati anche dai piccoli investitori, con costi di gestione bassi e possibilità di comprare e vendere quote anche nelle borse regolamentate.
Bitcoin
L’ETF per il quale BlackRock richiede approvazione sarà su Bitcoin. Non avrà altri asset al suo interno né cercherà di replicare il prezzo di altre criptovalute. 100% Bitcoin.
Spot
È questa la caratteristica che ha mandato in brodo di giuggiole gli appassionati e i mercati. L’ETF di BlackRock, per ogni dollaro conferito, dovrà comprare a mercato Bitcoin veri, e non limitarsi a replicarne il prezzo. In molti - probabilmente a ragione - vedono in questa caratteristica una pressione importante da lato della domanda di Bitcoin.
Le precedenti applicazioni
I Bitcoin ETF Spot sono una bestia curiosa. Sono già attivi in Europa e in Canada, ma negli Stati Uniti hanno sempre incontrato la ferma opposizione di SEC, l’authority che vigila sui mercati finanziari negli USA.
Le richieste in passato sono state molte: Invesco, WisdomTree, Grayscale, Bitwise, 21Shares con Ark: tutte rifiutate, anche quando arrivate da istituzioni di peso come WisdomTree.
Le motivazioni addotte per il rifiuto sono state molteplici, ma possiamo riassumerle tramite una ricognizione delle dichiarazioni pubbliche del regolatore:
Assenza di un accordo di vigilanza
Si tratta di speciali accordi che esistono ad esempio per gli ETF sull’oro. In assenza di un mercato centralizzato che gestisca una parte rilevante degli scambi, SEC richiede indirettamente un accordo di scambio di informazioni tra una piazza importante per l’asset e una borsa regolamentata come il New York Stock Exchange o il NASDAQ.
Nessuna delle proposte precedenti a quella di BlackRock incorporava un tale accordo.
Possibile manipolazione dei mercati
È una questione che si era fatta avanti anche durante le prime approvazioni di ETF sull’oro. C’è una soluzione a questo problema, ammesso che sia uno di quelli fondamentali che sono di ostacolo all’approvazione di un ETF Bitcoin Spot.
La soluzione è convincere SEC che sia il mercato dei futures, che è regolamentato e viene scambiato presso un solo ente negli USA (il CME), a dettare il prezzo di Bitcoin spot e non viceversa.
Con l’oro ha funzionato, con Bitcoin è più difficile che funzioni. Questo perché il margine di discrezionalità di SEC a riguardo è ampio.
Perché questa application è diversa
A risollevare gli animi di un mercato asfittico almeno da aprile 2023, sono diversi fattori di diversità che questa application ha rispetto a quelle precedentemente rifiutate.
C’è un accordo di vigilanza
All’interno degli allegati al form S1 di BlackRock, c’è la presenza di un accordo tra NASDAQ e un non meglio precisato scambio di Bitcoin negli Stati Uniti. Dovrebbe essere a rigor di logica Coinbase, che finirebbe per offrire dati in tempo reale sul trading Bitcoin ad una delle borse più importanti del mondo. Questo permetterebbe di superare la prima delle due obiezioni tipiche di SEC.
Blackrock ha un ottimo score
BlackRock, nella sua storia, si è vista rifiutare soltanto una volta una richiesta di approvazione per un ETF.
Nessuno crede che sia disposta a correre il rischio una seconda volta, con quanto comporta un rifiuto in termini di perdita di prestigio. Chi punta su questo aspetto, sta puntando sull’enorme potere e sull’enorme prestigio di cui questo gestore è indubitabilmente dotato.
C’è una battaglia politica in corso
SEC e più specificatamente il suo direttore Gary Gensler sono dati per vicini all’ala più intransigente del Partito Democratico USA, quella capeggiata dall’autodichiaratasi leader dell’esercito anti-crypto, la senatrice Elizabeth Warren.
BlackRock è storicamente ritenuta vicina al Partito Democratico più centrale e secondo qualche raffinato commentatore politico degli USA, l’application sarebbe parte di un più ampio scontro tra due anime del partito. L’anima più vicina a BlackRock è quella che, volendo, ha in mano il potere di fare, disfare e decidere.
Gary Gensler è sotto attacco
La rinnovata maggioranza del Congresso, che ora è a trazione repubblicana, non ha granché in simpatia Gary Gensler. Il direttore di SEC è stato già convocato più volte dalle relative commissioni e qualcuno dei membri del Congresso ha addirittura proposto una legge per rimuoverlo.
In questo contesto un soggetto potente come Blackrock, si dice, potrebbe effettivamente forzare la mano.
Per ora si tratta però soltanto di speculazioni, che dovranno trovare riscontro nella realtà prima di essere prese per buone. È diffusa però la convinzione che questa potrebbe essere la volta giusta.
Una prima teoria del complotto: a BlackRock tutto è concesso
Per quanto il tempismo di BlackRock possa apparire come sospetto, è forse eccessivo ritenere che a contare sarà soltanto il suo indubbio potere politico. SEC deve comunque rispondere al Congresso, il quale deve rispondere poi all’elettorato, in un sistema politico - quello USA - che ha comunque uno score più credibile degli altri in giro per il mondo sotto questo aspetto.
Certamente se questa application dovesse essere approvata, le polemiche su BlackRock e sul suo potere politico torneranno a trovare spazio anche sui media mainstream, innescando discussioni anche in quell’ala politica che alle crypto piace poco o nulla - e che spesso coincide con la stessa sempre indaffarata nell’attaccare banche e mondo della finanza.
Una seconda teoria del complotto: il recente attacco di SEC è servito per fare strada a Blackrock & co.
L’attacco coordinato di SEC e di altre agenzie a Binance e Coinbase non ha precedenti. Parliamo non di un’era geologica fa, ma dell’inizio di giugno, quando l’agenzia di Gary Gensler ha depositato pesanti denunce presso le procure e ha messo sotto inchiesta i due principali exchange che operano negli Stati Uniti.
Delle cause abbiamo parlato anche in un numero speciale del nostro Magazine, sollevando più di qualche dubbio sia sul tempismo sia sulla solidità delle accuse.
Da qui però a pensare che ci sia stato un disegno per fare posto a Blackrock ce ne passa. E abbiamo almeno 3 motivi che corroborano la nostra convinzione.
BlackRock non ha bisogno di aiuti
BlackRock ha un potere tale da riuscire ad accaparrarsi un’importante quota di mercato con o senza la presenza di Binance e Coinbase. Avrebbe potuto quotare il suo ETF anche 2 anni fa in piena bullrun e avrebbe con ogni probabilità raccolto gli stessi consensi che sta raccogliendo oggi.
BlackRock ha interessi in comune con Coinbase
Che è stato scelto come custode degli asset che saranno di proprietà dell’ETF. Lo spirito, almeno per ora, sembrerebbe essere quello di collaborazione con i player più istituzionalizzati dello spazio Bitcoin.
Istituzionali altrettanto potenti erano all’angolo, e non perché subalterni a Coinbase e Binance
Prima dell’application di BlackRock ce ne erano state diverse da gestori che hanno comunque un certo peso politico e ai quali SEC avrebbe potuto dare semaforo verde, se l’obiettivo era quello di sottrarre quote di mercato agli exchange crypto-nativi. Non è stato questo il caso.
L’altro mito da sfatare: BlackRock vuole Bitcoin
L’application per un ETF Bitcoin Spot ha fatto anche fraintendere quali sono le intenzioni effettive e reali di BlackRock, società il cui CEO parlava di Bitcoin - soltanto qualche anno fa - come ricettacolo di riciclaggio di denaro e di altro malaffare.
Blackrock è una società di gestione degli investimenti, che tra le altre cose tramite la controllata iShares offre veicoli ETF. BlackRock ha come interesse primo quello di generare introiti e di incassare profitti. E l’ETF Bitcoin genererà commissioni di gestione, dato che la domanda, per stessa ammissione di BlackRock, esiste.
Il caso dell’oro
Il paragone più ovvio è con $GLD, il più importante degli ETF con oro fisico in cassa. È un prodotto tra i più capitalizzati al mondo e la sua traiettoria è tra le più curiose, come fatto notare da Will Clemente in un suo recente Tweet.
L’idea di fondo - allettante per chi ha già investito in Bitcoin - è che l’ETF Bitcoin Spot di BlackRock sia benzina per una corsa del prezzo di $BTC simile.
Ipotesi certamente suggestiva per la corsa dal 2005 al 2008. Parte del movimento successivo è infatti da imputarsi alla grande crisi finanziaria tra 2008 e 2009, che ha chiaramente fatto risaltare la caratteristica di bene rifugio dell’oro.
In Europa già disponibili - e possiamo ricavarne qualche dato
Sono diversi gli ETF Bitcoin Spot attivi in Europa, alcuni dei quali gestiti dalle stesse società che hanno fatto domanda anche in Europa. Le capitalizzazioni sono interessanti, ma comunque distanti da quelle, nella stessa area geografica, sugli ETN/ETC oro.
C’è un altro fattore matematico di cui dobbiamo tenere conto però per capire quale potrebbe essere la portata effettiva di un ETF Bitcoin Spot negli USA. Gli Stati Uniti hanno un PIL di molto superiore e un mercato dei capitali più profondo e strutturato.
Se i due fondi più importanti per l’oro fisico in Europa valgono insieme 32 miliardi, il solo GLD negli USA ne vale 57, con il secondo che ne vale 28. In altre parole un mercato che vale più del doppio di quello europeo.
Se dovessimo tenere i rapporti che esistono sull’oro, un ETF Bitcoin Spot negli USA potrebbe facilmente accumulare un cap di più di 5 miliardi di dollari. Cifra certamente importante.
Cypherpunks go to NASDAQ
Bitcoin è nato in contesti cypherpunk, notoriamente lontani e avversi alla finanza tradizionale.
È nato durante una crisi sistemica del mondo finanziario dovuta anche al malaffare di certe banche di investimento, e forse in pochi dei primi utenti e programmatori avrebbero mai immaginato un seguito di questo tipo.
In realtà però non è la prima volta che Bitcoin e la sua epica entrano dalla porta principale della finanza tradizionale.
Per la quotazione al NASDAQ di Coinbase a comparire sul maxi-schermo che campeggia fuori dalla più importante borsa ci fu anche il nome di Satoshi Nakamoto.
L’inventore di Bitcoin non fu certamente interpellato, ma tant’è: la linea rossa è stata ormai superata e ci sarà poco da opporsi. Lo si può fare nell’unico modo consentito da $BTC: ovvero comprandolo per conto proprio senza venderlo a certe entità.
BlackRock parla da tempo di domanda istituzionale
L’altra questione interessante sul tentativo di quotazione dell’ETF Bitcoin Spot di BlackRock è la motivazione prima che ha portato il più importante gestore di fondi al mondo a creare questo veicolo di investimento: una domanda da parte degli istituzionali che sarebbe forte, che è stata confermata anche da WJS e BBG e che oggi non riuscirebbe a trovare sbocco.
In realtà di sbocchi, per quanto imperfetti, ce ne sarebbero.
Grayscale Trust
Il Trust GBTC di Grayscale è un fondo - non quotato e privato - che ha in cassa Bitcoin fisici. Ne ha in portafoglio più di 630.000, con una parte considerevole delle quote che sono nelle mani di Grayscale stessa.
Tale fondo però presenta diverse problematiche, che lo hanno reso molto meno attrattivo agli occhi dei grandi investitori, gli unici che vi hanno accesso.
Impossibilità di fare redeem
Il possesso delle quote non dà diritto alla riscossione dei Bitcoin collegati. Si possono scambiare solo le quote e Grayscale si è sempre opposta fermamente all’offerta di questa possibilità.
Costi di gestione molto alti
Grayscale incassa sulla gestione il 2% annuo, misurato in Bitcoin. Avere quote di questo fondo, per gli istituzionali, è una corsa contro il tempo che si perderà per forza. Gli ETF tipicamente hanno costi di gestione molto più bassi.
Problemi del gestore
Grayscale è di proprietà di Digital Currency Group, gruppo che controlla Genesis, a sua volta nel nel mezzo di un Chapter 11, una delle procedure fallimentari degli Stati Uniti d’America. DCG tra le altre cose non avrebbe il denaro che deve restituire in seguito ad un prestito ottenuto proprio da Genesis, segnale di stress finanziario importante.
Tutte queste problematiche si riflettono sul valore delle quote, che sono da tempo scambiate ad un valore del 40% inferiore al controvalore in Bitcoin.
L’arrivo della richiesta di Blackrock ha fatto parzialmente recuperare il terreno perduto, dato che la stessa Grayscale ha fatto tempo fa richiesta di convertire il proprio fondo privato in un ETF, richiesta per ora respinta.
MicroStrategy
C’è stato un recente interesse istituzionale nelle azioni di MicroStrategy, società capitanata da Michael Saylor e che ha in cassa un ingente quantitativo di Bitcoin, con acquisti talvolta finanziati a debito.
Data la rilevanza del patrimonio in Bitcoin di MSTR rispetto alle altre attività, le azioni di questa società sono quasi un’esposizione pura al valore di BTC, che tra le altre cose conserva fisicamente.
Rispetto a un ETF puro però permane l’esistenza di una parte societaria non legata a Bitcoin e un debito che comunque va finanziato. Un ETF Bitcoin Spot sarebbe uno strumento molto più interessante per quegli investitori che vogliono un’esposizione diretta a BTC.
Tutti in scia di BlackRock
La richiesta di BlackRock è stata importante anche perché ha spinto, nel giro di pochi giorni, molti dei precedenti bocciati a ritentare la sorte con SEC.
In ordine sparso si sono aggiunti alla richiesta del gestore, con i propri prodotti, anche INVESCO, Bitwise, WisdomTree e Valkyrie.
Tutte le domande inoltrare sono in realtà modifiche di domande passate, cassate da SEC per i motivi di cui sopra e che ora, con l’impegno di BlackRock, credono (chissà se a ragione) di avere una seconda o terza chance.
Mancano però gli accordi di sorveglianza
Da tutte le richieste di cui sopra sembrano però mancare gli accordi di sorveglianza che invece sono la punta di diamante della richiesta di BlackRock.
Non è cambiato molto rispetto alle application rifiutate
Oltre alla presenza di BlackRock con un proprio prodotto, non è cambiato molto per quanto riguarda le caratteristiche dei prodotti per i quali si vorrebbe chiedere applicazione. Sarebbe piuttosto inusuale vedere SEC cedere soltanto per pressioni che arrivano da application diverse da quelle che è chiamata a giudicare.
Situazione bollente anche in Europa
In Europa non ci sono mai stati grossi problemi per l’approvazione di ETF Spot su Bitcoin. Ne sono quotati diversi presso tutte le principali borse, senza opposizioni da parte dei relativi regolatori e senza i requisiti che SEC oppone all’approvazione di questi prodotti.
La situazione si sta facendo però bollente da un altro lato, quello bancario, che si è accorto delle opportunità di questo settore nel corso delle ultime settimane. Nel giro di pochi giorni sono arrivate infatti:
La richiesta di licenza da parte di Deutsche Bank
Sarà una licenza come custode di asset digitali. È stata richiesta a BaFIN (la CONSOB locale) e dovrebbe essere accettata nel giro di qualche settimana. Una volta ottenuta, DB potrà offrire servizi di custodia anche ai clienti istituzionali.
Licenza ottenuta da CACEIS
Gruppo che è controllato al 70% da Crédit Agricole e per la restante parte da Santander, due colossi del mercato bancario europeo e mondiale. La licenza è stata ottenuta in Francia e permette di fare, come per la richiesta di DB, custodia di crypto asset.
Due movimenti forse minimi rispetto a quello di BlackRock, tuttavia in un Europa che è già avanti agli USA in termini di finanziarizzazione di certi asset come Bitcoin. Tutto tace in Italia, ma Crédit Agricole è comunque presente. Chissà se arriveranno risposte da parte di Unicredit e degli altri grandi gruppi bancari italiani.
Tutto deve cambiare perché tutto resti come prima
I più sconsolati e cinici vedranno in queste ultime evoluzioni un gattopardesco tutto cambia affinché tutto resti come prima. Gli operatori crypto nativi sono stati messi alle strette da quella stessa Agenzia che invece sembrerebbe pronta ad accordare piena libertà a chi arriva dal mondo della finanza tradizionale.
Nonostante gli introiti da capogiro di Binance, Coinbase e in misura minore di altri exchange, a banche e grandi società di gestione sarà servito su un piatto d’argento - che ci sia un piano o meno dietro - un mercato non solo sviluppato, ma che può potenzialmente crescere ancora molto.
Nel fango hanno lottato i pionieri - non senza laute commissioni e ricompense. Ora che Bitcoin è invece pronto per le serate di gala, è il momento di toglierlo dalle mani dei ragazzacci e dei pirati che pretendevano di farsi finanza senza frequentarne i piani alti.
Andrà a finire così? Difficile dirlo per adesso, nonostante lo sconforto di qualcuno. Binance e Coinbase sembrano pronti a combattere in tribunale, anche facendo affidamento all’importante liquidità che hanno a disposizione e che hanno accumulato grazie al mercato Bitcoin e crypto.
E se non dovessero soccombere, chissà che non siano pronti un giorno a giocarsela anche con l’altra finanza, quella storica, che fino a poco tempo fa guardava dall’alto in basso cryptomani, cypherpunk e pirati.