Vieni avanti, Satoshi!
Parte in Inghilterra il processo al sedicente Satoshi, Craig Wright. Cosa rischia Bitcoin, cosa rischia l'australiano, cosa hanno sbagliato i giornali.
Caro investitore,
è iniziato il processo COPA vs Wright.
Da una parte società che operano nel mondo crypto, riunite in un consorzio no profit, dall'altro l'uomo che afferma di essere Satoshi Nakamoto.
È un processo importante - maanche se meno di quanto vorrebbe far credere qualcuno - ed è il caso centrale di tutta una serie di azioni legali di Wright, tramite le quali vorrebbe vedersi riconosciuto il dominio sul codice di Bitcoin.
C'è molta confusione sulla stampa tradizionale - e in parte anche su quella specializzata - ed è il motivo per il quale questo numero del Magazine è dedicato a questa storia.
Craig Wright è Satoshi Nakamoto? Oppure uno dei più grandi bugiardi della storia?
Tra un paio di mesi - il processo durerà in totale 6 settimane salvo rallentamenti - ci sarà una prima verità, quella giudiziaria.
Quello che temiamo però, è che la verità che emergerà dal processo sarà tutto fuorché definitiva per i gruppi che si danno battaglia sulla questione ormai da anni.
Una premessa: è un caso che riguarda gli esseri umani, più che la tecnica
Chi vuole cercare la bussola giusta di questo procedimento non la troverà nelle questioni tecniche.
Il caso COPA vs Wright, come tutti gli altri casi che coinvolgono il sedicente Satoshi Nakamoto, è un caso tra due fazioni che si detestano e che certamente non torneranno a darsi la mano dopo che i giudici avranno detto la loro.
Dal processo emergerà una verità, quella processuale, che maturando da eventi non conclusivi non fermerà le polemiche.
Proprio come quei rigori dubbi sui quali è difficile decidere anche con le 100 telecamere che riprendono ogni match importante.
Questo è il contesto che circonda le discussioni sul processo e sul suo andamento: chi - la maggioranza - ritiene che Craig Wright non sia Satoshi Nakamoto, esalterà ogni balbettio, ogni contraddizione, ogni difficoltà di Craig Wright.
Chi ritiene invece che Craig Wright sia Satoshi Nakamoto continuerà a elaborare teorie fantasiose e articolate sul significato di ogni parola che verrà pronunciata.
Nel mezzo - pur avendo anche noi un'opinione piuttosto precisa sui fatti - cercheremo di giudicare i fatti e le persone coinvolte con il massimo dell'imparzialità.
Chi ha fatto causa a chi e per cosa
COPA, un consorzio che raccoglie diversi player del mondo crypto e Bitcoin, ha citato in giudizio Craig Wright contestandogli di affermare falsità quando dichiara di essere Satoshi Nakamoto, l'inventore di Bitcoin.
La storia arriva da lontano: Bitcoin è stato creato nel 2008 da Satoshi Nakamoto, pseudonimo dietro il quale si celano una o più persone.
Non esistono - e questo è importante - prove definitive che possano confermare l'identità di chi ha scritto con questo pseudonimo.
Lo sa anche lo stesso Craig Wright, che ha portato in giudizio una quantità di prove circostanziali.
Se questa mole di documenti che ho portato in giudizio, direbbe Wright, è vera, allora chi dovrebbe essere Satoshi Nakamoto se non io?
La questione si sarebbe potuta risolvere, almeno in parte, con una firma di un messaggio utilizzando le chiavi di Satoshi, cosa che non è stata mai fatta nonostante un curioso spettacolo organizzato per la stampa ormai qualche anno fa.
Di cosa si discute e perché?
I sostenitori di Wright ritengono che quella dI COPA sia una causa politica, che è stata portata in tribunale per fare una sorta di dispetto al vero Satoshi Nakamoto.
Non è così: dal riconoscimento di Craig Wright come Satoshi Nakamoto o meno dipendono tutta una serie di altre cause che hanno colpito società che operano nel mondo Bitcoin e anche diversi sviluppatori di Bitcoin Core.
Se il tribunale dovesse decidere che Craig Wright non è Satoshi Nakamoto, cadrebbero anche tutte le pretese di Craig Wright stesso sulla proprietà intellettuale di Bitcoin.
È quindi la causa centrale: sbarazzandosi della questione identità, il COPA finirebbe per neutralizzare anche le altre cause, che sono certamente più preoccupanti.
I documenti
L'intera vicenda, almeno per adesso, verte sulla validità dei documenti che Craig Wright ha portato in tribunale. Molti dei timestamp, i metadati che riportano la data di creazione del file, sembrerebbero essere alterati ex post, per rappresentare una creazione precedente a quando sia effettivamente avvenuta.
È questa la teoria sostenuta dagli avvocati del COPA, dalla quale Craig Wright sta cercando di difendersi. C'è qualche dettaglio aggiuntivo su questi documenti che complica la situazione del sedicente Satoshi Nakamoto.
Per diversi dei documenti sembra ci sia concordia sul fatto che siano stati alterati sia dagli esperti citati dal COPA, sia dagli stessi esperti che Craig Wright avrebbe scelto.
Se non fosse che Craig Wright afferma che i suoi stessi (ormai ex) esperti siano in errore.
La teoria di Wright, in breve, è che tali esperti di parte (la sua parte) non abbiano gli strumenti per giudicare certe questioni e che siano stati nominati in disaccordo con il suo precedente consiglio legale.
La teoria è però contestata anche da Christen Ager-Hanssen, vulcanico imprenditore che per un breve, brevissimo periodo della sua vita è stato vicino a nChain, la realtà commerciale più importante dell'orbita BSV (l'attuale creatura di Wright).
Ager-Hanseen, non nuovo a fulmicotoniche dichiarazioni, afferma che il precedente consiglio legale di Wright non sia stato licenziato dallo stesso Wright, ma che si sia allontanato in quanto professionalmente imbarazzato.
La questione dei documenti terrà ancora banco per i prossimi dibattimenti e continueremo a seguirla anche sul nostro Canale Telegram.
L'offerta di Craig Wright
Altro motivo di discussione è stata la proposta, rigettata da COPA, di accordo pre-processuale da parte di Craig Wright.
Wright ha infatti proposto di concedere licenza piena e perpetua ai soggetti coinvolti per quanto riguarda ciò che sarebbe la sua proprietà intellettuale, e dunque Bitcoin stesso.
COPA ha rifiutato l'offerta, perché per quanto a una prima lettura potrebbe apparire come generosa, in realtà implicherebbe l'accettazione da parte del COPA stesso della proprietà di tali diritti intellettuali da parte di Craig Wright.
O più semplicemente, comporterebbe l'accettazione, per quanto obliqua, delle pretese di Craig Wright. Questione che tra le altre cose non precluderebbe completamente altre cause legali in futuro sugli stessi temi e dirette verso altri soggetti.
C'è chi si spertica nel sottolineare la buona volontà di Craig Wright nel proporre un accordo del genere, dimenticando forse volontariamente cosa implicherebbe l'accettazione di un'offerta di questo tipo.
A prescindere dalle considerazioni che si possono fare, l'offerta è stata rifiutata e dunque non se ne parlerà probabilmente più, se non in uno scampolo di processo dove gli avvocati di Wright cercheranno di dimostrare la sua benevolenza e buona fede.
Cosa ci aspetta nelle prossime settimane e cosa aspetta Bitcoin
Sarà un processo relativamente lungo, durante il quale Wright cercherà di rigettare le accuse di aver manomesso a suo vantaggio una mole importante di documenti. Interveranno di nuovo in tecnici e molte ore saranno spese nel discutere di dettagli tecnici sui sistemi utilizzati da Wright per salvare i documenti e accedervi in un secondo momento.
Rimane il fatto che quanto verrà fuori da questo processo, per quanto verità solo processuale, avrà degli impatti su una pletora di cause legali che riguardano Bitcoin, i suoi sviluppatori e i suoi sostenitori.
Se Craig Wright dovesse venirne fuori definitivamente sconfitto, sarà dura per i sostenitori del leader di BSV continuare a sostenerlo. O dovrebbe esserlo, perché rimaniamo della nostra opinione che lo scontro tra i due schieramenti abbia oggi ormai poco a che fare con la verità, a prescindere dalla forma con la quale verrà fuori dalle corti inglesi.
È uno scontro tra due fazioni che si odiano: da un lato i più accesi sostenitori di Bitcoin, dall'altro un relativamente variegato gruppo di persone che hanno dei conti aperti più che con Bitcoin... con le persone che sono state più in vista nel suo sviluppo degli ultimi anni.
Note a margine: qualche dettaglio tecnico su quanto sta avvenendo
Il dibattimento per ora sta vertendo su una quantità importante di documenti che:
Craig Wright ritiene prove del suo essere Satoshi Nakamoto
Hanno metadati pasticciati per quanto riguarda la data di creazione
In altre parole i dati che vengono contestati riguardano la data di creazione del file, che sarebbe stata manomessa. La spiegazione per il grosso dei casi che arriva da Wright è che l'utilizzo di Citrix avrebbe pasticciato e in alcuni casi corrotto i file.