Venerdì la svolta su Bitcoin e crypto negli USA
Ci sarà un ritiro che potrebbe premiare Bitcoin e crypto, mentre SEC continua a attaccare il settore (annullando gli ETF su Solana)
Caro investitore,
Dopo la breve pausa agostana - che i mercati non si sono presi - si torna finalmente a parlare di Bitcoin e crypto, in un contesto che è però ancora dominato dalla politica (per economica o classica che sia).
A dominare lo scenario sono ancora gli Stati Uniti, che a novembre voteranno e decideranno il prossimo inquilino della Casa Bianca. Un inquilino che potrebbe cambiare le sorti del mercato negli USA e a cascata in tutto il mondo.
Per quanto riguarda invece la politica economica, si è ormai ad un passo dal cosiddetto pivot, ovvero dal primo taglio dei tassi di questo ciclo sempre per gli Stati Uniti. Due eventi - quello elettorale e quello dei tassi - che convergeranno a venerdì, giornata che sarà la più dura per chi opera sui mercati e che potrebbe riservare più di qualche sorpresa.
Kennedy molla?
È la voce di corridoio che abbiamo ricevuto da diversi colleghi americani. Kennedy, con pochi punti percentuali di voto nel grosso degli stati, non può ragionevolmente pensare di ottenere qualcosa. E il suo capitale elettorale può essere meglio speso sostenendo questo o quel candidato.
Capitale politico che sembrerebbe voler puntare su Donald Trump: tra i due i punti di contatto sono stati in passato forti e ripetuti. E questo potrebbe giocare a favore del mondo crypto e Bitcoin per tutta una serie di motivi.
Kennedy è pro Bitcoin
È stato anche finanziato da un PAC vicino a Bitcoin Magazine e al netto dei tanti strafalcioni con i quali ha condito le sue apparizioni pubbliche a tema BTC, è considerato da tanti come un eventuale sponda positiva per il comparto.
Kennedy negozierà il suo addio
Non si molla la corsa presidenziale, traghettando parte dei propri voti verso un candidato, senza ottenere nulla in cambio. Quel qualcosa sarà probabilmente più chiaro nei prossimi giorni, quando verranno fuori resoconti ufficiosi di quanto avvenuto tra le parti. La speranza del comparto è quella di vedere un qualche accordo che permetta a Kennedy di portare in seno a Trump quanto necessario per spingere ancora i temi legati a Bitcoin.
Trump è già pro Bitcoin
Ed è un tema, questo, che abbiamo già affrontato in altre uscite del nostro Magazine e che potrebbe venire rinforzato ulteriormente da un eventuale accordo tra Trump e Kennedy, che dovrebbe essere appunto ufficializzato venerdì 23 agosto.
Un accordo che terrebbe appunto fuori Kamala Harris, che nonostante i recenti tentativi di riavvicinamento, continua ad essere considerata dal grosso dell'industria come una sorta di peggior opzione possibile tra quelle che potrebbero venire fuori dalle prossime elezioni.
I democratici continuano a battere duro sulle crypto: Solana torna ai box
L'altra notizia importante della settimana è il ritorno al via degli ETF su Solana. L'approvazione era stata richiesta soltanto qualche settimana fa da VanEck e 21Shares (in questo ordine). Entrambi i gestori si erano affidati a CBOE, che come da prassi aveva inviato uno dei due form necessari per il listing a SEC. Si tratta del form 19b-4, che è stato però bocciato sul nascere proprio dall'agenzia guidata da Gary Gensler.
Qualcosa che si vede molto raramente in borsa e che segnala come le cose stiano in realtà andando diversamente da come vorrebbero raccontarle i vertici democratici: almeno in termini di realtà fattuale, delle azioni che in genere parlano più delle parole, non c'è stato alcun avvicinamento tra mondo crypto e democratici.
Tornando alla questione tecnica in sé, SEC ha comunicato a CBOE che non vede come potrebbe approvare un ETF su Solana dato che questo asset è considerato all'interno di più cause come una security, ovvero un contratto di investimento, tra le altre cose non registrato.
Qualcosa che in tanti si aspettavano ma che comunque sembra allineato con un impianto più ideologico che legale. SEC non ha infatti alcun potere di decidere cosa sia security e cosa non lo sia (decidono i tribunali), ed è assai insolito vedere certi prodotti bocciati già sul nascere, senza lasciare neanche aperto quel periodo di commenti che in genere viene garantito anche ai prodotti che piacciono meno a SEC.
Per molti è l'ennesimo segnale politico che vale più dei recenti impegni presi con alcuni rappresentanti dell'industria. Per il momento però, in uno dei momenti più convulsi della storia delle criptovalute - almeno negli USA - l'unica certezza che abbiamo è che a novembre le urne decideranno, forse in parte anche del futuro del mondo crypto negli Stati Uniti.