PayPal alla conquista del mondo crypto. Arriva lo stable PYUSD
PayPal - a sorpresa - annuncia la creazione del suo stablecoin PYUSD. E ci sono già polemiche a non finire - che chiariamo in questo nostro speciale
Nel 2000 i pionieri del web iniziavano a scambiarsi denaro ricorrendo ad una novità dell'epoca, PayPal, che permetteva di pagare e ricevere pagamenti senza utilizzare conti in banca e in ogni angolo del mondo.
Una rivoluzione vera, che aveva consentito a realtà come eBay di prendere piede e che ha normalizzato quanto un tempo era impossibile soltanto da pensare.
A 23 anni di distanza sempre la stessa azienda vorrebbe cimentarsi in una seconda rivoluzione.
Emetterà un suo stablecoin basato sul dollaro USA e cercherà di normalizzare un settore che esiste già, anche se ancora fuori dalle frontiere dell'economia di tutti. giorni.
In molti ci avete chiesto se la mossa di PayPal rivoluzionerà di nuovo il mondo dei pagamenti come siamo abituati ad intenderlo.
Altri si sono dichiarati più che scettici per alcune funzionalità che sono incorporate in questa soluzione tecnica.
Altri ancora si chiedono se gli stablecoin finiranno per annientare il vecchio modello di business di PayPal stessa.
La risposta - come sempre quando si parla di questioni così complesse - è dipende. Ed è per questo che abbiamo dedicato il numero feriale del nostro Magazine proprio a questa vicenda.
Una vicenda della quale si è parlato troppo (a sproposito) e troppo poco (in concreto). Sì, è una rivoluzione, ma non nel senso in cui l'hanno intesa in molti.
Atto primo: cos'è successo davvero dalle parti di PayPal
PayPal non ha bisogno di presentazioni. Non esiste forse una sola persona nel mondo economicamente sviluppato che non abbia mai effettuato o ricevuto un pagamento tramite i suoi servizi.
Dopo più di 20 anni di (non sempre) onorata carriera, PayPal ha annunciato il lancio di PYUSD. Sarà uno stablecoin, una criptovaluta che avrà il valore stabile di 1 dollaro.
Non è la prima
PayPal non ha inventato nulla. Sono anni che si possono utilizzare - in un formato simile - Tether, che ha una capitalizzazione di mercato importante - e USDC, che come PYUSD ha sede negli USA.
La prima brandizzata
Fatta eccezione per gli stablecoin lanciati dagli exchange, è la prima volta che abbiamo un prodotto brandizzato e che è legato ad un grande marchio del settore finanziario classico.
Per molti analisti - vedremo più avanti i più importanti - è una svolta epocale.
Noi sul tema siamo più scettici perché ci sono problemi collegati all'offerta di questi prodotti da parte di soggetti riconoscibili, conosciuti e che sono teoricamente sotto il tiro delle autorità USA.
Come funzionano gli stablecoin
Gli stablecoin cercano di fare quello che fanno altre valute classiche, ovvero di mantenere un rapporto di cambio fisso (in questo caso 1:1) con il dollaro USA. Per farlo hanno due alternative:
La più gettonata: riserve
La via più gettonata e di maggiore successo è quella di avere delle riserve pari alla quantità di token emessi. I clienti depositano - esempio - 100.000$ presso le casse del gestore e ricevono in cambio 100.000 token PYUSD. È il sistema scelto da PayPal e ad oggi il più sicuro.
La meno gettonata e più rischiosa: algoritmi
Ci sono stati (e ci sono ancora) diversi tentativi di ottenere il pareggio tra token e dollaro utilizzando degli algoritmi e un controvalore in cripto non legate al dollaro. Non è la modalità scelta da PYUSD e la citiamo soltanto per completezza.
PYUSD ha scelto la via delle riserve: verranno depositati denari e in cambio si avranno PYUSD. Si potrà fare anche il contrario: depositare PYUSD e rientrare in possesso dei dollari reali.
Un'autentica miniera d'oro
PayPal non ha pianificato un cambio di modello di business. La sua attività principale, quella di servizio di pagamenti, rimarrà in gestione identica a quella passata: degli enormi libri mastri dove PayPal segna chi deve quanto a chi, un po' come fanno le banche. La tokenizzazione del dollaro con PYUSD ha un altro obiettivo: cercare di mangiare una fetta di una torta di profitti enorme.
Tether ha guadagnato più di 1 miliardo nell'ultimo trimestre
Per quanto qualcuno, con voli assai pindarici, abbia cercato di smentire il fatto, la gestione di circa 80 miliardi di dollari ha fruttato a Tether oltre 1 miliardo nel secondo trimestre del 2023. USDC, che pur gestisce molto meno, ha comunque dei rendimenti molto elevati.
Tali rendimenti sono in aumento a causa situazione dei tassi di interesse negli USA - che hanno finito per riflettersi anche sui rendimenti offerti dai titoli di stato.
Il meccanismo non è così lineare, ma più avanti spiegheremo come vengono gestite le risorse accumulate dagli stablecoin e come queste possono offrire rendimenti così alti.
Il brand: offrire "sicurezza" al mercato
L'altra valutazione fatta dai piani alti di PayPal deve essere stata la seguente. Tether non opera per scelta negli USA e non ha velleità di diventare dollaro globale digitale per qualunque tipo di utilizzo.
USDC non può certo vantare, al tempo stesso e pur essendo negli USA, un brand forte come quello di PayPal.
Potrebbe esserci pertanto spazio per conquistare almeno una fetta di un mercato che ad oggi vale circa 120 miliardi di dollari di capitalizzazione.
Ma come guadagnano gli stablecoin?
Nessun trucco, nessun inganno. Gli stablecoin con riserva accumulano liquidità importante che poi possono investire. Un po' come fanno le banche.
Che succede alle riserve
Nessuno degli stablecoin con riserva detiene quanto accumulato in un banale conto in banca. Con quei denari vengono acquistati titoli, che hanno un rendimento. Tale rendimento viene incamerato poi dai gestori dello stablecoin stesso.
Detenere questo o quello stablecoin non offre rendimenti ai clienti, quindi ogni singolo dollaro incamerato rimane nelle tasche del gestore del token.
Come fanno le banche?
Non esattamente. Gli stablecoin devono fronteggiare un problema che le banche non hanno. Anzi, due. Da un lato non hanno una banca centrale alle spalle o accesso a determinati mercati per finanziarsi in caso di mancanza di liquidità.
In altre parole - in caso di richiesta di conversione da parte dei clienti - devono avere liquidità a disposizione per fronteggiare tali richieste. Non possono dunque impegnarsi in investimenti che non siano 100% liquidi.
In cosa investono i gestori di stablecoin?
Dato il problema di cui sopra, vengono preferiti titoli molto liquidi, quelli che in gergo finanziario si chiamano cash-like o equivalenti al contante. Sono titoli che possono essere liquidati in modo rapido, senza grosse perdite - e con rendimenti però contenuti.
Nel caso di Tether, ad esempio, oltre l'85% delle riserve è detenuto in titoli cash like - in larga parte titoli di stato USA a brevissima scadenza, in genere meno di 30 giorni.
Il rendimento di questi titoli - con l'attuale politica di tassi negli USA - è comunque cresciuto e ha permesso ai gestori di stablecoin di incassare guadagni importanti. Ed è questa la fetta di torta che interessa a PayPal.
Come funzionerà in concreto lo stablecoin di PayPal
Lo stablecoin di PayPal avrà diverse caratteristiche interessanti che lo renderanno quasi unico nel panorama stable.
Su rete Ethereum
È la rete principale per questo tipo di token. La scelta non ha sorpreso nessuno - perché è qui che avviene il grosso degli scambi.
Ad aver sorpreso in molti è stata la scelta che PayPal avrebbe voluto compiere mesi fa. Secondo indiscrezioni che non sono state confermate dall'azienda, si stava optando per un'emissione su Solana - in collaborazione con FTX.
La situazione di FTX non ha più permesso di procedere in tal senso. E quindi si è finiti per "ripiegare" su Ethereum.
PayPal avrà il controllo dei token anche dopo l'emissione
PayPal ha da rispondere a obblighi legali e ha necessità di avere controllo anche su chi utilizza il token ex post. È una situazione in realtà in parte simile a quella di Tether e USDC. In che termini?
Tutti questi sistemi possono imporre un ban su certi indirizzi, di fatto bloccando in qualunque momento la possibilità di utilizzare il token, anche se dovesse essere presente in portafoglio.
Niente di nuovo, anche in questo caso. Tuttavia dati i precedenti di PayPal, con blocco degli account sulla sua piattaforma senza fornire spiegazioni ai diretti interessati, la presenza di questa funzionalità ha innescato polemiche che tutti si aspettavano.
Le riserve
Al centro di ogni stablecoin ci sono le riserve, che vengono accumulate per l'emissione di token e che sono a garanzia della parità con il dollaro 1:1. Anche sotto questo aspetto PYUSD non uscirà dal seminato dei suoi predecessori.
Cash-like
Il grosso delle riserve sarà detenuto in titoli finanziari ritenuti cash like - ovvero che abbiano scadenza molto breve e che siano emessi possibilmente da autorità statali solide, come gli Stati Uniti d'America. Il giochino, almeno in queste condizioni economiche, è molto redditizio.
Anche i titoli ritenuti più sicuri dai mercati offrono oggi rendimenti interessanti. E PayPal con ogni probabilità ha messo gli occhi su questi profitti, che con un eventuale ritorno a politiche monetarie più lassiste, dovrebbero però diventare meno importanti.
1:1
Almeno. Non vi è modo di offrire uno stablecoin senza avere in cassa almeno 1 dollaro per ogni token emesso. E anche PayPal dovrà muoversi in questo senso. Pensare, almeno per ora, ad un sistema a riserva frazionaria per gli stablecoin è - fortunatamente - fuori luogo.
Emissione e redeem
L'aspetto più interessante dell'intera vicenda PayPal Stablecoin riguarda la società che farà da partner per le questioni tecniche come l'emissione del token e la gestione delle conversioni da token a dollari effettivi.
Sarà infatti una vecchia conoscenza del mondo crypto, Paxos, società con sede negli USA e che i nostri lettori ricorderanno coinvolta in un progetto di Binance finito nel peggiore dei modi, ovvero con una lettera in busta verde delle autorità, che hanno di fatto smantellato - per quanto in modo ordinato - il progetto.
Il partner che non ti aspetti: Paxos
Riteniamo che tutte le altre questioni - che abbiamo elencato sopra - su PYUSD siano secondarie, in termini di impatto, rispetto alla scelta del partner da parte di PayPal.
Si tratta infatti di Paxos, società che emette un proprio stablecoin legato al dollaro e uno invece legato all'oro e che in passato ha avuto rapporti diretti con il più importante degli exchange su scala mondiale: Binance.
BUSD è (e presto si potrà dire era) uno stablecoin emesso su licenza di Binance dalla stessa Paxos e che seguiva gli stessi meccanismi, a grandi linee, di PYUSD.
Una scelta che ai tempi fu salutata - almeno dai più istituzionali degli appassionati crypto - con grande entusiasmo. Dopotutto Binance aveva deciso di appoggiarsi ad una società dotata di regolare licenza negli USA e che operava da uno degli stati più restrittivi: New York.
Tutto in ordine, o almeno così sembrava. Se non fosse che BUSD è caduto vittima di una guerra in campo aperto che CFTC e SEC hanno lanciato nei confronti di Binance.
Paxos ha infatti ricevuto, ad inizio anno, una lettera congiunta e concordata da SEC e NYDFS (il dipartimento che si occupa di servizi finanziari a New York) - che hanno indotto il gruppo a chiudere ogni tipo di relazione con Binance.
Nota bene: non vi era nulla di diverso nella gestione di BUSD rispetto a quella, supposta, di PYUSD. Se non una posizione diversa agli occhi della legge USA di Binance rispetto a PayPal. E questo dovrebbe dare da riflettere.
Il ragionamento di PayPal
Non possiamo essere mosche che registrano il contenuto di certi meeting ai piani alti e altissimi di PayPal. Nonostante ciò non possiamo esimerci dal cercare di ricostruire il ragionamento di PayPal. Su quale sia l'obiettivo di questa operazione - parte dei profitti del mondo stablecoin - c'è poco da discutere.
Ad essere certamente più interessanti sono però le scelte relative al partner. Un colosso come PayPal, che pure ha interesse a non vedersi bocciare progetti dall'intervento eventuale delle autorità, ha deciso comunque di scegliere Paxos come partner, nonostante il gruppo soltanto poche settimane fa abbia chiuso in fretta e furia il progetto più di successo al quale aveva lavorato: BUSD per l'appunto.
PayPal conosce i rischid i carattere regolatorio
A meno di non essere stata riempita, ai vertici, di dirigenti che vivono sulla luna, PayPal è a conoscenza dei rischi che un'operazione del genere comporta. Paxos ha avuto problemi con i regolatori - anche se non meglio specificati - soltanto qualche settimana fa e siamo ancora nell'alveo del troppo presto per ritenere l'evento impossibile da collegare a questa nuova iniziativa.
PayPal crede nel due pesi due misure?
Non lo riterremmo assurdo, dato che quanto fatto a BUSD non ha precedenti e con ogni probabilità non ha neanche basi legali. Tuttavia Binance e Paxos, almeno nel caso precedente, hanno deciso di arrendersi senza combattere.
Delle due l'una: o PayPal pensa di aver fatto qualcosa in più per garantire le autorità (e non ci sembra questo il caso per i motivi che andremo a vedere più avanti), oppure PayPal stessa ritiene che la legge non sia poi così uguale per tutti.
Rischio calcolato?
L'ipotesi più ragionevole al momento è quella di un rischio calcolato. PayPal fa parte da anni del jet set della politica americana e avrà certamente un trattamento diverso dal nemico pubblico numero 1, e cioè Binance.
PayPal sa anche che proprio sugli stablecoin si sta già combattendo una battaglia aspra al Congresso e nelle sue commissioni - e che con ogni probabilità l'ingresso di un player del settore economico classico troverà comunque sponde importanti, in particolare in area repubblicana.
Quanto vale il mercato stablecoin
Ad oggi il mercato stablecoin vale 125 miliardi circa, con Tether che rappresenta quasi il 70% del mercato. È un mercato di dimensioni - almeno per le grandezze con le quali è abituata a operare la finanza tradizionale - relativamente piccolo, ma non per questo poco attrattivo per player che vogliono incamerare profitti.
Bernstein ha recentemente pubblicato un report dove indica come possibile il raggiungimento di una soglia di 2.800 miliardi di dollari per questo mercato nel corso di 5 anni, prevedendo la nascita a cascata di tanti altri stablecoin sul dollaro brandizzati con il nome dei più importanti player del settore finanziario.
Ci sono altre considerazioni da fare riguardo questa previsione: la prima è che l'ottimismo, come in una nota pubblicità del passato, vola. E anche se il mercato crypto USA dovesse normalizzarsi, è difficile attendersi così tanti emuli di PayPal.
Noi ci crediamo poco
E abbiamo delle solide motivazioni a riguardo. Il mercato stablecoin è attivo in larga parte fuori dagli Stati Uniti, dove persone hanno difficoltà di accesso al dollaro (per uso comune) oppure fanno trading su piattaforme da crypto a crypto.
Iniziative come quella di PayPal devono sottostare alle leggi degli Stati Uniti, anche in termini di KYC - le pratiche per l'identificazione del cliente - e AML - le norme anti-riciclaggio.
Chi è escluso oggi dal sistema dollaro in larga parte lo sarà anche dall'acquisto diretto di PYUSD. E nel caso in cui dovesse acquistarlo sul mercato secondario, si troverebbe a detenere dollari sotto la spada di Damocle della possibilità di PayPal di congelarli. Dati i trascorsi della compagnia, un rischio che in pochi vorranno correre.
Il Magazine di Criptovaluta.it tornerà il prossimo 24 agosto. Nessuna uscita per il 17 agosto, mentre è in preparazione un numero che - ne siamo sicuri - farà la felicità dei nostri numerosi lettori.
Stay tuned, come amiamo spesso dire…