Oggi è rischioso NON avere Bitcoin. Parlano i giganti della finanza mondiale
Tanti leader del settore finanziario sono ora pro Bitcoin. Scopri le percentuali di allocazione corrette secondo Larry Fink, Ric Edelman e BBVA
Non avere Bitcoin è la vera strategia speculativa
Caro lettore di Criptovaluta.it®,
Fino a qualche mese fa eravamo in pochi a difendere la sostenibilità di Bitcoin all'interno di qualunque portafoglio. Ci davano dei pazzi, dicono sul nostro Canale Telegram, e avremmo aspettato che la storia ci avesse dato ragione. È arrivato quel momento: la storia ci ha dato ragione e tutti o quasi i leader della finanza ora la pensano come noi.
Non avere Bitcoin/crypto è la vera strategia rischiosa
Non lo abbiamo detto noi, ma Ric Edelman: 300 miliardi di dollari in gestione, un nome leggendario da difendere e una reputazione impeccabile.
Ma cosa dicono oggi gli advisor, i gestori di grandi fondi, i CEO delle principali banche d'affari? Il tempo sta davvero per scadere? Sta passando l'ultimo treno Bitcoin anche per i ritardatari e per chi lo aveva sempre disdegnato?
Larry Fink di BlackRock: fino al 5%
Larry Fink di BlackRock non ha bisogno di presentazioni. È il CEO di BlackRock, il più importante, potente, credibile gestore di asset al mondo. Ne ha in cassa - per conto dei clienti - per oltre 9.000 miliardi, ed è un nome in grado di cambiare per magia le opinioni di grandi investitori, family office e anche governi.
BlackRock si è espressa sulla bontà di inserire Bitcoin in portafoglio in almeno due occasioni. In un documento a uso dei promotori interni dove parlava di investimenti fino al 2% nei portafogli più conservativi. Poi è arrivato a gamba tesa lo stesso Larry Fink, che in questo video parla di allocazioni fino al 5%, delle quali starebbe parlando con i grandi fondi sovrani.
La domanda è? Ha senso un'allocazione del 2% o del 5%? Stavo parlando con un fondo sovrano questa settimana e la discussione era questa. Se tutti dovessero orientarsi così, Bitcoin avrebbe una quotazione di 500.000, 600.000, 700.000 dollari.
Qualcuno gli ha dato retta? Dai dati lo ha già fatto Mubadala, fondo sovrano di Abu Dhabi, che ha circa 500.000 quote dell'ETF Bitcoin di iShares, la sussidiaria di BlackRock. Al controvalore attuale parliamo di circa 30 milioni di dollari, per un fondo che però sembrerebbe intenzionato a acquistare gradualmente. Ha già, infatti, compiuto due acquisti.
BBVA: dal 3% al 7% - ma solo per i clienti facoltosi
Si è mossa già anche la spagnola BBVA, in particolare con la sua divisione svizzera, con la quale serve anche grandi investitori istituzionali e family office. Il gruppo si è sbilanciato oltre quanto ha fatto Larry Fink.
Parlando con i clienti privati, già dal settembre 2024 abbiamo iniziato a offrire assistenza su Bitcoin. Per i profili più elevati, permettiamo fino al 7% del portafoglio in criptovalute.
Questo è il commento che Philippe Meyer ha consegnato alla stampa proprio a metà giugno. Altro segnale importante di quanto sta avvenendo nel mondo di Bitcoin in particolare tra i clienti istituzionali. BBVA non è conosciuta per essere una banca bleeding edge, come dicono gli americani, ovvero sempre alla frontiera.
L'endorsement, ovvero il sostegno alla bontà di Bitcoin da parte di BBVA - che opera prevalentemente in contesto europeo, vale doppio. L'Europa è storicamente un continente più conservativo e poco aperto alle nuove classi di asset.
Perché ai clienti più facoltosi? Perché sono quelli in grado di sopportare maggiormente il rischio. E sono anche quelli che ha senso consigliare (anche in senso economico) sull'orientamento del proprio portafoglio.
Ric Edelman: fino al 50%
La vera bomba è arrivata però ieri da Ric Edelman - noto investitore americano e fondatore di una società di gestione di capitali che ha in amministrazione oltre 300 miliardi di dollari. Numeri importanti, che si associano a lunghi trascorsi di Edelman anche come affidabile divulgatore di nozioni finanziarie, tramite libri e anche tramite show televisivi.
La sua ultima apparizione pubblica sul tema è di quelle però che verranno ricordate molto a lungo.
Cosa ha detto di rilevante su Bitcoin (e più in generale il mondo crypto)?
Per gli investitori più conservativi e moderati
Sono gli investitori del classico 60/40 o forse anche del 50/50. Ovvero quelli che hanno sempre una parte del portafoglio in liquidità, in cash o cash-like, in strumenti che sono liquidi come lo sono in realtà i contanti.
Per questi la quantità di capitale da investire in crypto e Bitcoin è del 10%. Una percentuale che va molto oltre il 5-7% massimo proposto da BlackRock e BBVA.
Per gli investitori con un profilo di rischio moderato
Non sono i 50/50 (ovvero la tipologia di investitore che ha investimenti al 50% in azioni e al 50% in obbligazioni statali) e non sono neanche quelli con il maggior appetito per il rischio.
Per questi la quantità di capitale corretto da allocare in Bitcoin e crypto è del 25%, sempre secondo l'opinione di Ric Edelman.
Per gli investitori più aggressivi
In questo caso si può andare oltre. Si può arrivare addirittura al 40% sempre secondo il leggendario investitore. Che però parla genericamente di crypto, mentre sembra si voglia rivolgere principalmente a Bitcoin.
Parla infatti di asset che batte tutti per performance da 15 anni a questa parte - indicazione temporale congrua soltanto per Bitcoin e non per il resto - e di asset class ormai matura, concetto questo che forse si può estendere anche alle crypto più capitalizzate.
I bastian contrari: non tutti sono d'accordo, a partire dal più grande gestore al mondo per quantità di capitale
Non tutti sono d'accordo con questo nuovo trend. Vanguard, il più grande gestore di ETF al mondo, non permette ai propri clienti tramite la propria piattaforma di acquistare alcuno degli ETF che sono stati lanciati negli USA.
Altra particolarità di questo gestore: nonostante tali ETF siano i più redditizi al mondo - soprattutto per BlackRock - ha deciso di non crearne, emetterne e gestirne. Questo nonostante ci sia stato un cambio importante al vertice di Vanguard per sopravvenuta pensione dello storico CEO Tim Buckley. Anche il nuovo vertice però ritiene che Bitcoin e crypto non siano asset per i propri clienti.
Questo a costo di perdersi delle commissioni enormi: ad oggi $IBIT, l'ETF di BlackRock su Bitcoin, è quello che fa guadagnare all'azienda la maggior quantità di commissioni.
Il caso di Jamie Dimon, Giano bifronte
I romani avevano individuato in Giano il dio delle porte e degli ingressi e delle uscite. Giano aveva ovviamente due facce, una che puntava verso l'esterno, una che invece puntava verso l'interno.
Ricorda un po' Jamie Dimon - CEO di JPMorgan - che più e più volte si è scagliato proprio contro Bitcoin e contro i suoi acquirenti. È arrivato a dire che avrebbe licenziato in tronco chiunque avesse investito in Bitcoin, perché evidentemente incapace di gestire affari finanziari.
Un'inimicizia che però non fa il paio con il grande impegno della sua banca nel settore blockchain e crypto. Non solo ai clienti più facoltosi vengono offerte gestioni che includono anche le crypto, ma il gruppo ha anche un suo network e collabora a diversi progetti anche per la tokenizzazione degli asset.
Chi devo stare a sentire?
La forbice è diventata enorme. Partiamo da chi afferma che l'unica percentuale corretta per le detenzioni Bitcoin è dello 0% a chi invece spinge addirittura per il 40%.
Un bel dilemma anche per chi deve aiutare - magari in qualità di consulente - i propri clienti a prendere una decisione.
Avvertiamo la necessità di offrirti altri elementi per decidere:
👉 Bitcoin non è più così volatile, ma...
Sta prendendo piede l'idea di un Bitcoin ormai non più volatile come in passato. Anche durante la recente crisi delle borse, in aprile, dovuta all'annuncio dei dazi negli Stati Uniti, in realtà BTC non si è comportato diversamente dal mercato azionario, in termini percentuali.
È stata una buona prova di maturità, ma rimane comunque la necessità di considerare possibili crolli - che sono poi speculari ai grandi movimenti rialzisti ai quali ci ha abituato. L'investitore più esposto verso Bitcoin è bene che abbia un orizzonte temporale lungo.
👉 60/40, 50/50, 70/30 sono formule del passato
Su questo riteniamo di allinearci completamente a Ric Edelman. È ormai da tempo che le vecchie modalità di gestione del capitale non hanno più senso. Non ci sono questioni filosofiche che tengano. Il mondo degli investimenti è cambiato - e si deve essere più granulari in considerazione delle proprie esigenze.
Nessuno avrebbe mai immaginato un mondo con SPX500 che fissa record dopo record, il debito pubblico USA con rendimenti anche al 4,5% (sulle lunghe scadenze) e le magnifiche sette che continuano a macinare record, anche a fronte di qualche dubbio sui profitti futuri.
👉 Bitcoin e poche altre?
L'investitore più speculativo guarderà sicuramente, sognerà più che certamente i gain pazzeschi che soltanto le crypto a bassa capitalizzazione sono in grado di regalare. Occhio però a dividere la speculazione più pura, quella che assomiglia ad un tiro di dadi, da un investimento di orizzonte più ampio.
Chiunque si avvicini a questo mondo farebbe bene a farlo dalla cima della piramide, ovvero andando da Bitcoin in giù a scalare.
👉 L'effetto normalizzante degli ETF
Un mercato liquido come quello degli ETF negli Stati Uniti può dare una grossa mano a stabilizzare la natura di certi asset, Bitcoin e crypto comprese. Ci sono già, attivi per lo scambio, quelli su $BTC e $ETH. Quelli su $SOL partiranno, parrebbe, in settimana. Altri arriveranno a breve.
Non tutti avranno lo stesso successo, ma nel separare ciò che ha lo status di scommessa da ciò che ha lo status di asset (magari rischioso) gli ETF giocano un ruolo fondamentale.
👉 Aspettative realistiche
Bitcoin ha migliorato qualunque tipo di portafoglio nel quale sia stato inserito. Ha dimostrato di essere un ottimo asset anche in termini di performance, ma bisogna evitare di avere aspettative irrealistiche.
Le aspettative irrealistiche sono molto difficili da rispettare. E da qui nasce lo sconforto, la delusione e magari la liquidazione della posizione prima del tempo. Anche se il mondo crypto non sembra rispettare i canoni degli investimenti tradizionali, è il caso comunque di tenerli bene a mente.
Bellissimo contenuto GG