Non abbiamo imparato niente?
Tornano preoccupazioni sul settore crypto, complice il grande successo di Ethena. Intanto a Washington...
Caro investitore,
tutto o quasi sembra essere tornato al 2021. Bitcoin che sembra inarrestabile, anche nei momenti di calma piatta degli ultimi giorni. Un nuovo ma non troppo protocollo promette guadagni incredibili, Ethereum si mette il vestito buono per entrare a Wall Street.
Ma è tutto oro quello che luccica? Il mondo della DeFi è davvero quell’universo magico dove si possono ottenere ritorni incredibili senza correre grossi rischi?
I più entusiasti risponderanno certamente di sì. Chi - e siamo anche noi che vi scriviamo - sente ancora come fresche le ferite di Luna, Anchor, monete magiche e sistemi di guadagno incredibili, vi inviterà invece alla calma.
Conoscere prima di investire, sempre. Ed è a questo che dedicheremo il nostro numero di oggi.
È tornato il 2021?
Non ancora. È vero che Bitcoin è vicino ai massimi storici e che dello storico drawback, la correzione pre-halving non sembra esserci traccia.
È vero che gli exchange hanno fatto registrare volumi che non si vedevano dal 2021. È vero anche che i DEX, gli exchange decentralizzati, a marzo hanno fatto registrare i più alti volumi di sempre.
È vero che continuano a tirare comparti che danno il meglio di loro proprio durante le bull run. Vedi i meme token, e vedi gli asset più speculativi di un mercato già speculativo.
Quello che manca ancora per essere sui livelli del 2021 è l’interesse registrato da Google Trends, un interesse che riguarda la popolazione in generale e che qui riportiamo su scala mondiale. Siamo in una posizione migliore rispetto a quella del periodo di minimo assoluto durante il 2023, ma ancora lontani da quei fasti.
Perché è importante fare questa valutazione? Perché almeno da altre parti il clima sembrerebbe essere proprio quello.
La settimana che presto ci lasceremo alle spalle è infatti una settimana che ha visto anche nuove (e vecchie) discussioni sulla solidità di certi prodotti e protocolli. Su tutti, Ethena.
Che cos’è Ethena e perché tutti ne parlano?
In breve, salvo poi riaggiornarci direttamente sul nostro sito. Ethena è un protocollo che offre una stablecoin che offre rendimenti. È interessante rispetto alle altre perché ancora il suo valore a 1$ tramite Ethereum.
Lo stable infatti rappresenta da un lato una posizione long su Ethereum, che viene poi messa in staking producendo rendimenti. Dall’altro lato acquista futures short in egual misura.
Altrettanto in breve: se il prezzo di Ethereum sale, allora il valore dei futures scende. E viceversa.
Primo problema
Quanto si guadagna tramite staking dovrebbe largamente coprire, almeno nelle intenzioni di Ethena, eventuali costi di funding delle posizioni short sui futures. Dovrebbe - è d’obbligo - perché particolari momenti sul mercato potrebbero rendere questa posizione insostenibile. Ethena afferma sul suo sito di coprire eventualmente tali perdite con il suo fondo di riserva, che però non è infinito.
Secondo problema
Ethena non ha Ethereum direttamente, ma piuttosto dei token di liquid staking (stile Lido). Se dovesse esserci un decoupling, ovvero un discostamento significativo tra liquid staking token e valore di Ethereum, il bilanciamento offerto dai futures short potrebbe non essere sufficiente. Ci sono stati episodi significativi - in momenti di crisi - di discostamento. Sono sostenibili? Sulla carta sì.
Terzo problema
La solidità dei LST (i token di liquid staking utilizzati). Lido è certamente solido, altri verranno aggiunti, afferma il protocollo nella sua documentazione, in futuro. L’evento di una liquidazione per problemi ai LST è “extremely unlikely”, afferma Ethena, ma non è certamente zero.
Quarto problema
La custodia, che però è mitigata. Il protocollo ricorre a Copper Clearloop che ha settlement periodico e che di fatto tiene al riparo da eventuali fallimenti degli exchange., almeno su un periodo sufficientemente ampio. Anche qui però qualche rischio, per quanto mitigato, c’è.
Perché piace?
Perché offre rendimenti in modo relativamente semplice. E questo è testimoniato anche dalla grande quantità di token mintati nel giro di un tempo relativamente stretto. Rendimenti che sono meno lunari di tanti protocolli che abbiamo visto nel corso della scorsa bull run.
Pur augurando le migliori fortune al protocollo, non possiamo che mettere in guardia i nostri lettori. Rischio e rendimento, soprattutto su mercati liquidi, vanno in genere di pari passo.
Il token di governance
Il lancio è stato un discreto successo, e tornando al punto di cui sopra, non possiamo che ritenerlo un ulteriore segnale del buonumore che pervade i mercati. Che evidentemente sono tornati ad avere un certo appetito per il rischio e per la caccia ai gain.
L’altra questione su Ethereum: gli ETF
Capiamo che si possa avere una certa stanchezza nel parlare ancora di ETF. In settimana però sono arrivate le richieste di commenti da parte di SEC per tre degli ETF in attesa di approvazione.
La richiesta di commenti
È in realtà una richiesta procedurale. La legge prevede che SEC apra un periodo di 21 giorni per i commenti del pubblico. Sono commenti che possono inviare tutti (in genere i diretti interessati, ma non ci sono limitazioni di sorta) e che non dicono nulla sulla relativa approvazione.
A che punto siamo?
Siamo allo stesso identico punto di prima. SEC non ha ancora convocato i gestori per discutere delle minuzie del prodotto e questo, almeno secondo Eric Balchunas e James Seyffart di Bloomberg, sarebbe un pessimo segno.
È una questione che sta tenendo banco su X e sugli altri social dove si raduna in genere la discussione sulle crypto. Hanno ragione gli analisti di Bloomberg, per quanto c’è un fattore x che per noi conta molto.
Larry Fink e i numeri di magia
Larry Fink non è un uomo della finanza come gli altri. È potente, ha agganci politici e difficilmente si muove senza avere la quasi certezza di vincere. Quanto accaduto con gli ETF Bitcoin ne è testimonianza tanto cristallina quanto recente.
Ora non sappiamo che tipo di numero di magia servirà per convincere Gary Gensler, capo di SEC, che non sembrerebbe avere alcuna intenzione di approvare questi prodotti già a maggio. Tuttavia il mago c’è, e non sarebbe la prima volta che ci stupisce.
Ma è importante?
A nostro avviso i mercati hanno ampiamente prezzato un no, e quindi da qui in avanti le quotazioni di $ETH, nel caso in cui si dovesse muovere qualcosa in senso positivo, non potranno che risentirne in positivo.
Nel caso di no, sarà un lento stillicidio di assenza di informazioni che farà capire ai mercati che si sta procedendo verso il no. E quindi, almeno a nostro avviso, di preoccupazioni non ce ne sono.