Dis-Ordinals: Caos Bitcoin tra JPEG e meme token! PAZZIA TOTALE
La grande popolarità di Ordinals, Inscriptions e token BRC-20 ingolfa la mempool e fa parlare di attacco a Bitcoin. Storia di una guerra che arriva da lontano e andrà lontano.
Se dovessimo partire dalVerbo del whitepaper di Bitcoin non ci sarebbero dubbi.
A purely peer-to-peer version of electronic cash would allow online payments to be sent directly from one party to another without going through a financial institution.
Bitcoin è un sistema di denaro elettronico, nato per i pagamenti e che non ha bisogno di intermediari. Qualcuno però sulle pagine dell’enorme registro che tiene traccia delle transazioni vorrebbe anche scriverci altro.
Poco male, se non fosse che lo spazio di ogni pagina è limitato, che ogni pagina viene scritta ogni circa 10 minuti e che la mania per JPEG, token e altre amenità ha fatto allungare la fila di chi aspetta di trasferire il proprio denaro. Nel momento in cui scriviamo, ne sono in attesa oltre 300.000.
Questa è la storia di un momento particolare per Bitcoin, con code importanti per chi vuole effettuare transazioni, commissioni più alte del solito e un’ondata di nuovi contenuti (e per qualcuno spam) che sono stati impressi per l’eternità sulla blockchain/timechain più importante del mondo.
Come funzionano le code su Bitcoin
NB: Non è una spiegazione tecnica. È una spiegazione semplificata per avere gli strumenti per capire cosa sta succedendo a Bitcoin e perché qualcuno è preoccupato (e qualcuno meno).
Il punto di vista è quello della transazione, da quando viene inviata dal possessore dei Bitcoin/Satoshi a quando finisce impressa per sempre nella blockchain. Ci interessa conoscere solamente come funziona la gestione delle code.
Immaginate la transazione come un viaggiatore
Esce di casa, va in stazione e attende di salire sull’unico treno disponibile. Questo treno non è infinito per dimensioni e parte ogni circa 10 minuti. Per essere iscritto nella blockchain/timechain di Bitcoin, la transazione dovrà salire a tutti i costi su quel treno.
Oppure sul prossimo. Oppure su quello ancora successivo. L’attesa può essere lunga - e i nuovi passeggeri che arrivano, se disposti a pagare di più, possono salire sul treno anche prima di chi attende da ore.
Il treno
Il treno che porta le transazioni sulla blockchain/timechain di Bitcoin è ha caratteristiche particolari: ha dimensioni ridotte (rispetto a altri treni) e parte in media ogni 10 minuti.
La stazione
Esiste uno spazio, la mempool, che possiamo immaginare come una stazione dove le transazioni/passeggeri attendono l’occasione propizia per salire sul treno.
La stazione può essere più o meno affollata, a seconda di quante persone vogliono inviare una transazione. Dal lato dell’offerta di treni si può fare molto poco: parte un treno in media ogni 10 minuti. Le dimensioni del treno non si possono cambiare in corsa. Né si possono aggiungere vagoni.
Le agenzie di viaggio
Chi decide chi può salire sul treno di Bitcoin? Sono i miner. In questa nostra stazione possiamo immaginarli come delle agenzie di viaggio. Tutte le persone che sono in stazione ad aspettare dicono alle agenzie di viaggio: “scegli me, sono disposto a pagare tot per viaggiare”.
E ognuno piazza la sua offerta per farsi trasportare. Le agenzie di viaggio compongono allora una lista di passeggeri tenendo conto di quanto sono disposti a pagare (in genere). Il loro obiettivo è quello di massimizzare i guadagni per ogni viaggio.
Chi decide quale agenzia farà partire il treno?
Qui entra in gioco la Proof of Work. Diverse agenzie competono per essere loro stesse e non altre agenzie a far partire il treno e consegnare la lista di passeggeri. Questo perché chi fa partire il treno incassa le commissioni pagate dai passeggeri della sua lista (e un premio per il viaggio, che è quasi sempre più consistente di quanto raccolto tra i passeggeri).
Per decidere chi farà partire il treno, le agenzie devono sfidarsi nella soluzione di un problema matematico che richiede un enorme numero di tentativi.
Chi risolverà il problema matematico - che cambia per ogni volta che si vuole far partire un treno - avrà diritto a far viaggiare la sua lista di passeggeri.
NB: ogni passeggero può essere sulla lista di più agenzie di viaggi. Anzi, le liste possono essere identiche perché le agenzie decidono di massimizzare il loro guadagno.
Cosa è successo adesso?
Semplice. La stazione è piena (quasi) come non mai. Negli scorsi giorni abbiamo visto anche 450.000 persone aspettare di salire sul treno, e questo ha fatto partire un’asta tra i passeggeri che avevano interesse a viaggiare il prima possibile, a salire sul treno prima degli altri.
Il risultato? Tempi di attesa importanti per chi non può / non vuole spendere di più. Guadagni stratosferici per le agenzie di viaggio.
Due questioni preliminari: Bitcoin è il treno. Non si è rotto: ha continuato a lasciare la stazione a cadenza piuttosto regolare anche durante il massimo affollamento e funziona esattamente come era previsto che funzionasse.
La seconda questione: tanti dei nuovi passeggeri stanno trasportando bagagli che non dovrebbero essere sul treno. O almeno, che le ferrovie non avevano mai ritenuto possibile inserire sul treno.
Ora potete scrivere non solo transazioni, ma qualunque altro tipo di dato
Il caos degli ultimi giorni fermenta da qualche mese. Una combinazione delle funzionalità introdotte da SegWit e da Taproot - due importanti aggiornamenti del protocollo Bitcoin - hanno permesso indirettamente un uso non convenzionale dello spazio dei treni di cui sopra.
Se prima potevamo - fatte rare, controllate e non preoccupanti eccezioni - entrare su quel treno soltanto per le nostre transazioni monetarie, ora è possibile scrivere sulla blockchain di Bitcoin qualunque tipo di dato. C’è chi ha inserito nei blocchi immagini, chi canzoni, chi interi videogiochi, chi dichiarazioni d’amore chi dati ulteriormente crittati e per ora sconosciuti.
Inscriptions
È stato il primo dei movimenti che hanno agitato i puristi di Bitcoin. Con Inscriptions è diventato possibile iscrivere qualunque cosa sulla blockchain di Bitcoin in modo semplice e economico, almeno rispetto a altri sistemi del passato. La cosa ha causato diversi problemi:
Occupazione di spazio destinato a altro
Ricordi? Il vagone parte ogni 10 minuti di media e ha uno spazio limitato. Lo spazio che viene occupato da queste iscrizioni è tanto. E hanno anche uno sconto rispetto alle transazioni classiche.
Ma Bitcoin non era un network monetario?
A leggere il Verbo di Satoshi, che è gelosamente custodito nel whitepaper, certamente sì. Qui però si aprono discussioni lunghe che riprenderemo più avanti. Per ora ci basti sapere che le transazioni delle Inscription non sono transazioni monetarie.
Vecchie guerre tornano a essere nuove guerre
Si sono rinnovate vecchie ruggini che risalgono all’ultimo scisma tra Bitcoiner. Dietro le enormi polemiche di questi giorni ci sono anche questioni personali, meme, attacchi diretti e meno diretti e il potere di ingigantire tutto di una community che parla più con l’insulto che con i congiuntivi.
Token BRC-20
(Quasi) chiuso un problema se ne presenta un altro. Chi frequenta il mondo Ethereum conoscerà lo standard ERC 20. È uno standard che permette di creare altri token che è possibile spostare sulla rete di Ethereum stessa. Tether è uno di questi, Matic di Polygon è uno di questi e lo sono tutti o quasi i token con un discreto valore di mercato.
Perché non farlo anche su Bitcoin? Eccoci con lo standard BRC-20. Tecnicamente non è un granché, per stessa ammissione del suo inventore, ma è capitato nel momento giusto al posto giusto.
Spinto dai meme
Per quanto in realtà sia arrivato poco prima, il grande successo dei token BRC-20 è stato esasperato dal boom di Pepe, un token nato per scherzo (e da un creatore misterioso) e che oggi comanda volumi molto interessanti sui mercati.
Tante commissioni pagate
I token BRC-20 sono responsabili dell’improvviso innalzamento delle commissioni per salire sul vagone di cui sopra. Sì, sono popolari, Sì, vengono scambiati anche su qualche exchange. No, non sono una cosa mai vista prima su Bitcoin, anche se su canoni parecchio diversi.
La coda si è allungata
Il primo effetto di queste novità sul protocollo Bitcoin è l’innalzamento delle transazioni in attesa - o se vogliamo continuare a utilizzare il paragone di prima, dei passeggeri in stazione che attendono di salire sul treno.
Il grafico è chiaro. Abbiamo avuto dei picchi tra febbraio e maggio che sono tutti imputabili all’ondata Ordinals/Inscriptions/BRC-20. Le condizioni di normalità, se così vogliamo chiamarla, per Bitcoin sono poco visibili e di dimensioni decisamente ridotte rispetto all’ondata che ha travolto il network.
Le commissioni si sono alzate
Di conseguenza è anche aumentata la competizione per entrare nel primo blocco - o tornando all’esempio di prima - nel primo treno che lascerà la stazione.
I miner, che decidono in genere sulla base di quanto un passeggero è disposto a pagare, fanno affari e chi deve trasferire valori ridotti si trova a pagare, per l’introduzione nel blocco, cifre sempre più alte.
Da qui partono diverse discussioni di carattere tecnico, politico e anche filosofico che sono poi state il sale anche di aspri litigi all’interno della community.
Sì, non è detto che le commissioni alte siano necessariamente un problema. E non è neanche detto che guadagni più sostanziosi per i miner/agenzie di viaggio siano negativi per Bitcoin, anche sul medio e lungo periodo.
La questione “filosofica”: teppisti che scrivono sui muri?
La prima discussione, partita in realtà prima che ci fossero degli effetti misurabili sulla blockchain e sulla mempool di Bitcoin, è stata di carattere filosofico/ontologico. Che cos’è Bitcoin? Per quali scopi è stato concepito il suo network? Che tipo di transazioni dovrebbero essere permesse?
La risposta tecnica: tutto ciò che è valido per il protocollo allora ha diritto a essere inserito
La risposta più banale è che debba essere iscritto tutto ciò che rispetta le regole, scritte a loro volta nel codice, di Bitcoin. Per ora - pur in modo involontario - le regole consentono questo tipo di comportamenti. Si può discutere di proibirli in futuro, passando dal meccanismo di governance del codice di Bitcoin (che è piuttosto complesso e del quale ci occuperemo in futuro) ma si possono proibire adesso.
La risposta ontologica: Bitcoin è nato per i trasferimenti monetari
Bitcoin è nato per i trasferimenti monetari e già dalle prime righe del whitepaper a firma di Satoshi Nakamoto non sembrano esserci dubbi. Bitcoin è un network per il trasferimento di moneta elettronica e come tale dovrebbe rimanere. È una posizione piuttosto comune, che viene espressa tramite la necessità di intervenire già da ora - e comunque certamente nel futuro più prossimo.
La risposta genitoriale: sono dei teppisti
Per quanto i bitcoiner siano un po’ cypher un po’ punk, la posizione dove andremo a finire signora mia non è poi così rara. In molti - non ce ne vogliano se li abbiamo canzonati - descrivono gli inscriber e più in generale coloro i quali stanno riempiendo la blockchain di pattume come dei vandali che disegnano genitali su opere d’arte. I genitali sarebbero maghi e scimmie e altre amenità in JPEG o in altro formato. L’opera d’arte la blockchain/timechain di Bitcoin.
Gli ultimi della terra
Una parte delle accese discussioni parte dall’improvviso - e duraturo contro ogni previsione - rialzo dei costi di commissione per iscrivere la propria transazione, di qualunque tipo essa sia.
I costi, per diversi mesi e fino a febbraio molto risicati, sono aumentati vertiginosamente con le tre diverse ondate di iscrizioni non convenzionali. Per avere un pagamento rapido si è arrivati a pagare anche più di 30$.
Qualcuno ha fatto notare che Bitcoin gode di una certa popolarità in aree del mondo dove 30$ sono una quantità importante di denaro (v. El Salvador).
La questione pauperistica sembrerebbe godere, almeno spannometricamente, di meno supporto sui social e anche tra i Bitcoiner più duri e puri.
Ci sono alternative più utili per i micro-pagamenti
Per quanto un periodo sostenuto di costi molto elevati potrebbe essere indirettamente un problema, Lightning oggi offre un’alternativa più che valida per i micro-pagamenti.
La questione dei salvadoregni che non possono pagare questi costi di transazione è responsabilità più del pessimo design dell’implementazione di Bitcoin nel paese che di chi scrive scimmie sulla blockchain.
Il mining è sicurezza, la sicurezza deve essere economicamente sostenibile
Semplificando la questione al massimo, più hashpower è destinato alla rete di Bitcoin, più questa è sicura. Chi destina hashpower alla rete non può farlo in perdita e deve essere retribuito.
Un periodo sostenuto di commissioni elevate - ma ci torneremo più avanti - è un investimento sulla sicurezza e incentivo a investimenti ancora più importanti per il futuro.
La questione “tecnica”: perché non allargare i blocchi
Qualcuno di voi starà pensando: ma se il treno è troppo piccolo - o in gergo più tecnico se il blocco è troppo piccolo, perché non allargarlo una volta per tutte e dimenticarsi di questi problemi?
La dimensione dei blocchi è una precisa scelta progettuale
Non vuol dire che non se ne tornerà a parlare e non vuol dire che in un futuro, magari lontano, non venga aumentata. Chi pensa però di risolvere la questione allargando i blocchi - anche quando si chiama Elon Musk - non ha ben ragionato sulle possibili conseguenze.
La prima è che blocchi più grandi - o magari dinamici - rendono molto più difficile per chi non ha grandi risorse avere un nodo completo proprio. Sembrerà una questione di pochi euro per chi vive nelle aree più ricche del mondo, ma per una parte rilevante della popolazione un ledger che occupa sull’anno il doppio (o il triplo, o anche di più) dello spazio fa la differenza tra il poter avere un nodo o meno.
Potremmo far partire il treno a intervalli minori
Perché 10 minuti? Dopotutto è una convenzione. Perché non portare la media a 5 minuti? Valgono le stesse considerazioni di cui sopra (più altre che affronteremo quando parleremo più in dettaglio di Bitcoin).
La questione “economica”: ma siamo sicuri che le transazioni debbano costare “poco”?
Quanto è giusto che costi una transazione su Bitcoin? La risposta più semplice - che è quella chi fornisce il codice - è che non esiste un prezzo giusto e che la determinazione del costo viene affidata al libero mercato.
Per quanto suoni a molti come un insulto, Bitcoin poggia sulla libertà dei miner/agenzie di viaggio di proporre le transazioni/passeggeri che preferiscono, a patto che siano validi.
I miner, che a fine mese devono pagare le bollette come tutti noi, tendono a preferire i passeggeri che offrono commissioni più alte rispetto allo spazio occupato. Fine della storia.
Il sistema è ingiusto?
Qualcuno con paturnie da pianificatore potrebbe obiettare che questo - come negli ultimi giorni - potrebbe portare a costi così elevati da rendere impossible per qualcuno effettuare transazioni, o per rendere non economicamente possibili trasferimenti di pochi dollari o euro in controvalore.
È vero: le commissioni possono schizzare in alto nel giro di pochi secondi e tanti possono essere tagliati fuori. La forte base filosofica sulla quale poggia Bitcoin - e crediamo sia opinione radicata e diffusa nella community - è che prezzi costanti siano un male molto peggiore. Perché implicherebbero scelte politiche, obblighi verso i miner e tutta una serie di pianificazioni che non fanno parte della cultura di Bitcoin.
Halving, ricompense dei miner, etc.
I miner ricevono per ogni blocco che scrivono una certa somma di Bitcoin. Al momento è di 6,25 Bitcoin e ogni circa 4 anni viene dimezzata. È scritto anche questo nel codice ed è la base della prevedibilità della politica monetaria di Bitcoin.
I miner però non raccolgono soltanto questo. Raccolgono anche le commissioni offerte da tutte le transazioni che includono in un blocco. Con il calare delle ricompense fisse, è chiaro che dovranno finanziarsi o raccogliendo più commissioni, oppure affidandosi alla speranza che Bitcoin valga tanto da giustificare qualunque tipo di impegno. Ad ogni modo un’impennata del costo delle transazioni di Bitcoin non è necessariamente un male che viene per nuocere.
Bitcoin non ci ha mai promesso transazioni basse
Bitcoin non ha mai promesso transazioni a costi bassi. Nonostante questo, anche nei momenti di picco è molto più conveniente usare Bitcoin per certi tipi di trasferimenti che sistemi come SWIFT. In futuro potrebbe arrivare a costare di più? Possibile.
Le piccole transazioni non troveranno più spazio a bordo del lento e piccolo vagone? Altrettanto possibile. Ma nessuno vi aveva promesso il contrario, per quanto ai tempi di Satoshi gli spostamenti fossero di valore molto contenuto.
Un problema impossibile da risolvere?
Il problema, se così vogliamo chiamarlo, sembrerebbe impossibile da risolvere. Invece però di farvi prendere dal panico, cercate di apprezzarne i diversi angoli e la vitalità che ne trasuda.
Il dilemma del libero mercato
Parlare di prezzo giusto e valore intrinseco e di quanto dovrebbe costare questo o quello non è esattamente pane per i denti dei bitcoiner più radicali e che sono nel giro da più tempo.
Per quanto l’insieme si sia allargato e sia politicamente più eterogeneo, che venga fuori una strategia per mantenere il costo di transazione basso è per ora impensabile. Non è questo l’obiettivo di Bitcoin. Chi ha bisogno di transazioni a basso costo (quindi rinunciando alle altre caratteristiche di Bitcoin) può accomodarsi altrove.
Code is law
L’unica legge che conosce Bitcoin - e questo caso dovrebbe ricordarlo a tutti - è quella del codice. Si può fare quello che il codice permette. Ci si può limitare in comportamenti dannosi per sentimenti personali, ma non si possono imporre comportamenti a altri che non siano indicati nel codice.
Il codice può cambiare? Certamente sì. Il processo di convergenza su innovazioni è cambiamenti è lungo, difficile e richiede maggioranze importanti.
La massimizzazione dei profitti
Per quanto spietata possa apparire ai nuovi arrivati, un libero mercato puro e una competizione tra miner pari tra loro ha fino a oggi garantito funzionamento e sicurezza di Bitcoin. Per chi dovesse avvertire la necessità di rivoluzionare questo funzionamento, è sempre possibile copiare il ledger di Bitcoin e utilizzare altre regole per l’inserimento delle transazioni sui blocchi futuri. Nessuno lo può vietare. Anzi, in passato lo hanno fatto in molti, raramente però ottenendo un qualunque tipo di trazione.
Utile contro dannoso
Il discorso tra ciò che è utile e ciò che è dannoso è buono per le discussioni sui social e forse per poco più. Qualcuno, anche tra gli sviluppatori di lunga data di Bitcoin, ritiene che l’ondata di foto, disegni, testi e token arrivati su Bitcoin sia certamente da considerarsi spam. Che si converga con ampie maggioranze su questo punto sembrerebbe essere almeno per il momento molto difficile.
Sul desiderio di pianificare secondo un sistema di valori quali transazioni vadano incluse e quali no si discuterà ancora animatamente. Perché un conto sarà sistemare il codice affinché queste iscrizioni impreviste non siano più possibili, un conto sarà pensare che tutti i partecipanti al network condividano la stessa idea a riguardo e decidano di epurare certe transazioni pur con il codice che lo permette e con le corpose commissioni che i vandali stanno pagando.
Bitcoin non è utile per i micro-pagamenti?
Forse no, ma Bitcoin non è detto che debba diventare VISA o Mastercard. Riducendolo ai minimi termini possiamo ritenere Bitcoin un sistema monetario che:
Ha una politica monetaria definita e prevedibile
Rende impossibile spendere due volte lo stesso denaro
Non richiede intermediari
Sul fatto che torni a essere utile per pagamenti di pochi euro non è possibile fare previsioni. Certamente tra economicità dei trasferimenti, distribuzione del network e adozione non potremo scegliere tutte e tre. E dovremo nel caso rinunciare a una. Se dovessimo puntare qualcosa oggi, lo punteremmo sulla rinuncia a commissioni sempre basse.
Dal vangelo secondo Satoshi
Ogni momento di grande attrito tra gli utenti fa tornare alla ribalta anche gli amici del Profeta e chi dice la sua soltanto dopo aver passato al setaccio ogni riga mai scritta da/i Satoshi Nakamoto.
Per quanto l’argomento ab auctoritate abbia il suo fascino e talvolta anche la sua utilità, non riteniamo che con i Satoshi ha detto si possa ricomporre questa frattura. Satoshi Nakamoto, per quanto personaggio straordinario e ai limiti della semi-divinità per tanti bitcoiner compreso chi vi scrive, avrà pur parlato in passato, ma non lo ha fatto in relazione alla situazione attuale.
Per quanto agitata e anfetaminica sembri la variegata community dei bitcoiner, è in buona parte composta di persone intelligenti, che discutono animatamente perché tengono a certe questioni e che continueranno a farlo anche di fronte a questo curioso fenomeno.
Si convergerà verso una soluzione - ammesso che la mania non si annienti da sola - e si tornerà a tempi di pace durante i quali discutere di temi ben più triviali.
Letture consigliate
Blocksize Wars di Jonathan Bier - un resoconto puntuale e preciso di una delle fasi topiche della storia di Bitcoin. Sì, riguardava anche la grandezza del vagone
Bitcoin-dev Mailing List - Stanno parlando della questione anche nella mailing list dedicata agli sviluppatori di Bitcoin. Vale la pena farci un salto, per chi vuole approfondire